I nodi sulla libertà di informazione fanno tremare la Polonia: è crisi di governo per il premier Morawiecki

L’esecutivo a guida nazionalista in bilico dopo la cacciata del vice Gowin per una controversa legge sui finanziamenti ai media privati. Domani manifestazioni in 90 città polacche

In Polonia la libertà di informazione è al centro della crisi di governo che sta investendo la maggioranza del premier Mateusz Morawiecki. Dopo un aspro dibattito interno, infatti, il primo ministro del partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia ha cacciato il suo vice, il ministro dello Sviluppo Jaroslaw Gowin, che a sua volta ha richiamato a sé il partito di appartenenza, Alleanza, che uscirà dall’esecutivo. Dietro lo squilibrio che si è venuto a creare nelle ultime ore c’è la stretta sui media privati decisa da Morawiecki, che prevede una presenza marginale di investitori stranieri nei network.


Un provvedimento controverso

Tra le emittenti più colpite dalla scelta di governo c’è il canale Tvn, controllato dal colosso americano Discovery. Proprio a favore del canale sono già state organizzate nella giornata di oggi alcune manifestazione per il diritto alla libertà di stampa. Il clima nel Paese, contraddistinto dallo scontro sulle leggi anti Lgbtq+ e contro il diritto all’aborto, ha favorito la crescita della tensione e si temono disordini nei prossimi giorni in vista di un’altra importante iniziativa in programma a Varsavia, dove proprio domani 11 agosto sarà sottoposta al voto la legge sui media. Sarà durante la seduta parlamentare che in 90 città polacche si raduneranno migliaia di cittadini e attivisti, in piazza per chiedere una revisione della normativa, da mesi al centro delle richieste di piazza dove si continua a manifestare anche per un giornalismo libero.


Si incrinano i rapporti (già precari) con gli Usa

Nel frattempo il disegno di legge sta incrinando i già precari rapporti con gli Stati Uniti, dove la scelta del governo nazionalista di impedire di fatto la sopravvivenza di un network statunitense nel Paese è stata vista come l’ennesima mossa provocatoria. Tuttavia, se la legge domani passerà, la Polonia si allineerebbe con altre realtà europee come Francia e Germania, dove la proprietà straniere nel settore è limitata. A rafforzare questa posizione ci sono le stesse parole di Morawieck, che ha sempre fatto leva sulla questione della sicurezza pubblica e dell’intromissione di altre cancellerie negli affari interni, oltre che per avere un controllo capillare dei media e del loro racconto sulle strette volute dalle autorità polacche su diritti civili e temi socio-economici. «È attraverso i media che altri Paesi influenzano la nostra vita sociale», aveva detto in conferenza stampa il premier. A seguito delle affermazioni del primo ministro polacco e della spaccatura politica sono arrivate anche le parole del Ceo di Discovery International Jean-Briac Perrette. «La politicizzazione del rinnovo della licenza per l’operatività di TVN24 è una vera preoccupazione. Lo stato di diritto e la libertà dei media sono una parte cruciale di ogni democrazia e continueremo a difendere con forza il ruolo di Tvn come principale fornitore di notizie indipendente del Paese», ha concludo Perrette.

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