È importante, ha spiegato il matematico, «in questa fase mantenere alta l'attenzione per evitare un aumento del contagio»
In Italia sono 45 i decessi da Coronavirus segnalati nelle ultime 24 ore. Ieri, 12 agosto, il bilancio giornalieri ne aveva conteggiati 30. Il totale delle vittime legate al Covid-19 sale così a 128.379. Per quanto riguarda i contagi, il bollettino della Protezione Civile e del Ministero della Salute riporta +7.409 positivi. Gli attualmente positivi sono in tutto 124.250. Come spiegato dal matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, negli ultimi 5 giorni per quanto riguarda la circolazione del virus, «tramite l’analisi delle differenze settimanali della curva dei positivi, si nota una ripresa a livello nazionale. Ci sono poi casi specifici, dove la curva dei positivi stessa è in crescita». È il caso di Lazio, Sicilia, Sardegna, Toscana, Puglia e delle province autonome di Trento e Bolzano.
La situazione epidemiologica nel Paese
Fondamentale in questa fase è la copertura vaccinale, spiega Sebastiani. «nonostante sia la terza settimana che le dosi somministrate diminuiscono, in Italia la situazione è abbastanza sotto controllo da questo punto di vista». Il che ci consente di avere un numero ristretto di pazienti Covid ricoverati nei reparti di terapia ordinaria e in quella intensiva». Secondo le previsioni del matematico, però, ci sono due regioni che entro la fine di questo mese rischiano di entrare in zona gialla. La prima è la Sicilia «che ha superato il 15% di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari ed è all’8.9% di quelli in terapia intensiva. Secondo i miei calcoli, dice, tra domenica e mercoledì dovrebbe superare il 10% – la soglia limite – dei posti in intensiva e quindi venerdì potrebbe essere dichiarata zona gialla». La Sardegna «ha superato il 10% di posti in terapia intensiva, ed è all’8% nei reparti ordinari. Dal 23 al 25 dovrebbe superare il 15%. Infine altre due regioni a rischio: Calabria e Lazio. Quest’ultima ha dalla sua il fatto che nei reparti ordinari la curva cresce in modo lineare, e la prima che le terapie intensive sono stabili da quattro settimane poco sotto il 3%». È importante, conclude Sebastiani, «in questa fase mantenere alta l’attenzione per evitare un significativo aumento del contagio».
La Calabria continua a bruciare ed è nel contesto degli incendi che stanno devastando la Regione, che la visita del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio assume nelle intenzioni i contorni di una dimostrazione di «supporto operativo e vicinanza delle istituzioni al territorio», come sottolineato dallo stesso ingegnere incaricato. «Non sono venuto qui per esprimere giudizi su nessuno», ha detto Curcio parlando con i giornalisti a conclusione della riunione avuta nel Centro di coordinamento soccorsi dedicato all’emergenza roghi col governatore calabrese Antonino Spirlì, «ma per portare un supporto operativo ed esprimere la vicinanza del Presidenza del Consiglio dei Ministri, e del Presidente Mario Draghi in particolare, ad un’area colpita anche con vittime e ragionare con il territorio su come uscire da questo momento difficile».
La presenza dello Stato
Durante l’incontro sono state affrontate le criticità e definito l’impatto sulle aree più colpite. «È stato fatto il punto della situazione», spiega Curcio. «Per il momento è stato dichiarato lo stato di mobilitazione nazionale, decisione che consente di utilizzare anche forze da fuori regione e che dà la possibilità ai sindaci di lavorare sulle somme urgenze». Gli interventi che si sono susseguiti in Calabria hanno garantito la sicurezza di gran parte della popolazione, stremata dai danni provocati dalle fiamme.
Al momento, la devastazione dei roghi spesso dolosi e parte di attività mafiosa ha mandato in cenere 11mila ettari di terreni solo in Calabria. L’emergenza incendi, tuttavia, si è scagliata anche su altre regioni, Sicilia e Sardegna su tutte. Proprio dall’oristanese, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia l’allarme. «Vedere direttamente la devastazione provocata dagli incendi fa comprendere l’immensa portata dei danni provocati alla vita dei comuni colpiti e al loro territorio e del pregiudizio arrecato al futuro dei giovani», ha detto il Capo dello Stato dopo aver sorvolato in elicottero le aree boschive colpite. Quindi l’appello: «Chi se ne è reso colpevole ha sulla coscienza una gravissima responsabilità».
Emergenza nazionale
Nel frattempo i roghi non accennano a fermarsi. Solo nella giornata di oggi i canadair della flotta aerea dello Stato hanno compiuto 30 interventi in diverse regioni. Da inizio anno, in particolare, sono 110mila gli ettari sparsi sul territorio nazionale devastati dalle fiamme. E sale anche il numero di vittime provocate dal fuoco, cui si aggiunge nelle ultime ore il 53enne ingoiato dalle fiamme giorni fa a San Leuci del Sannio, nel Beneventano, deceduto dopo giorni di ricovero per le ferite rimediate mentre cercava di spegnere le fiamme che divoravano il suo orto. Gli allarmi provengono da tutto il Paese, inclusa l’area di Roma. Fuori le porte della città è bruciata la riserva di Monte Catillo a Tivoli. Sempre nella stessa località sono state evacuate alle 2 del mattino circa 30 persone, tra cui 10 minorenni, per un intervento in tre palazzine della Comunità Don Bosco.
L’estinzione dei fuochi sul territorio capitolino è proseguita per tutta la giornata, con due canadair impegnati sul territorio e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che ha firmato lo stato di calamità naturale fino al prossimo 30 settembre. In Puglia, inoltre, sono durate quasi dieci ore le operazioni di spegnimento del rogo divampato nel tardo pomeriggio di ieri sulla litoranea adriatica che collega Porto Badisco a Santa Cesarea Terme, in Salento. Secondo i primi rilevamenti sono stati devastati 45 ettari di macchia mediterranea e fauna locale divorate dal fuoco. Dal 2 agosto in tutta Italia sono stati segnalati 600 incendi e oltre 320 ore di volo degli elicotteri regionali per spegnerli. In 10 giorni si sono alternati circa 1.200 interventi del volontariato della Protezione Civile. Stando alle stime di Coldiretti, il costo per la collettività scaturito dall’emergenza incendi nel Paese supera i 10 mila euro per ettaro
Serve un nuovo piano
La lotta la fuoco e la campagna antincendi «è tutt’altro che finita», secondo Curcio, mentre la Forestale e i Vigili del Fuoco impegnati in Sicilia hanno scongiurato nella notte un innesco di nuovi incendi sulle Madonie. È proprio la natura dolosa dei roghi a preoccupare gli stessi soccorsi. «Secondo me c’è una regia che vuole portare le persone ad abbandonare queste terre», ha detto il sindaco della località palermiatana di Petralia Sottana Leonardo, Iuri Neglia. «Spero che ci sarà un momento di riflessione sulla cura del bosco e sulla sua salvaguardia», afferma Curcio, che solleva la questione di un nuovo piano per preservare il Paese. «È un nostro patrimonio e bisognerà intervenire anche sul piano normativo, su questo darò il mio contributo tecnico», ha assicurato il Capo della Protezione civile prima di annunciare che una volta finita «la parte incendi» poi c’è da affrontare la piaga delle «alluvioni: perché gli eventi estremi oramai ci stanno abituando a questo. Non perdiamo il filo che lega queste cose, perché un bosco bruciato significa maggiore velocità di acqua piovana che scende. E noi dobbiamo essere pronti alle situazioni più difficili».