Il Chievo a un passo dalla fine: nessuno vuole comprarlo. Pellissier: «Uno dei giorni più tristi della mia vita»

Sfuma il progetto della cordata di imprenditori per salvare la squadra: nessuna manifestazione di interesse per il club clivense. Ora il Chievo rischia di non partecipare a nessun campionato per inadempienze fiscali

Il Chievo Verona vive l’ora più buia della sua storia. È scaduto oggi a mezzogiorno il termine per l’indicazione e l’acquisizione di una nuova proprietà che avrebbe portato la Figc all’iscrizione del club alla serie D, dopo la crisi societaria. Con un post pubblicato sul suo account Instagram Sergio Pellissier, ex calciatore del Chievo e figura simbolica per i tifosi, ha annunciato il fallimento del progetto che lo vedeva a capo di una cordata di investitori che avrebbero potuto fornire un futuro alla squadra.


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La vicenda

Con la scadenza dei termini per l’acquisizione di manifestazioni di interesse e nessun foglio giunto sul banco del Comune, la società del presidente Luca Campedelli rischia la probabile esclusione da ogni campionato professionistico e dilettantistico. Il prossimo passo rimane comunque il termine ultimo della Figc, il 24 agosto, che avrebbe dovuto ricevere le garanzie economiche da Verona per procedere alla registrazione della squadra in D entro martedì. Due giorni fa, il Tar del Lazio aveva bocciato il ricorso del club per il rifiuto del Collegio di Garanzia del Coni dell’iscrizione in sovrannumero al prossimo campionato di Serie B. Secondo i giudici rimanevano confermate le inadempienze agli obblighi fiscali del club nel periodo 2014-2018. 

Tra le ipotesi più accreditate c’era proprio quella di una cordata guidata dall’ex capitano, Sergio Pellissier, ora dirigente al Rovigo, che ha espresso la sua amarezza sui social. «Oggi purtroppo è conclusa la storia di quella società che mi ha dato tantissimo. È uno dei giorni più tristi della mia vita», ha scritto l’ex attaccante dei clivensi. Pellissier era alla ricerca di finanziatori che potessero contribuire a sostenere il pesante fondo perduto richiesto dalla Federcalcio: mancavano 500 mila euro per raggiungere la soglia imposta dai vertici del calcio italiano. Adesso la società dovrà giocare il tutto per tutto facendo leva sulla sentenza del Tar sul caso della Casertana. La società è stata relegata in Serie D, anche se non aveva pagato il contributo richiesto dalla Figc.

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