Il lungo viaggio di Zakia Khudadadi, l’atleta paralimpica afgana arrivata a Tokyo dopo la fuga da Kabul

Campionessa di taekwondo, è la prima donna afgana a gareggiare all’evento. Scappata dal suo Paese, ha fatto tappa in Francia e in Australia prima di arrivare in Giappone. Con lei il connazionale Hossain Rasouli

Il sogno che ha rischiato di infrangersi si è avverato: Zakia Khudadadi e Hossain Rasouli, gli atleti paralimpici afgani che erano riusciti a lasciare Kabul su un volo dell’Aeronautica militare australiana, sono arrivati a Tokyo e hanno raggiunto il villaggio olimpico. Lo ha appreso l’Ansa da fonti del Comitato paralimpico italiano. «Con il supporto globale di diversi individui, organizzazioni e governi, la coppia è stata evacuata lo scorso fine settimana da Kabul per raggiungere Parigi. Questa settimana, in vista di Tokyo 2020, gli atleti si sono riposati e si sono allenati nella capitale francese, col desiderio di competere», ha fatto sapere il Comitato paralimpico internazionale, confermando l’arrivo al villaggio del team afgano.


La prima atleta afgana a partecipare alle Paralimpiadi

Zakia Khoudadadi, atleta del taekwondo, è la prima donna afghana chiamata a partecipare alle Paralimpiadi: dopo anni di preparazione atletica aveva rischiato di non poter volare a Kabul a causa della drammatica situazione in Afghanistan. Zakia sarà la prima atleta donna dell’Afghanistan a partecipare ai Giochi Paralimpici da e gareggerà nella categoria di peso K44 -49 kg femminile nel taekwondo il 2 settembre. Mentre Hossain si schiererà nelle manche dell’evento di atletica leggera 400m T47 maschile il 3 settembre.


«La mia famiglia è in una situazione molto brutta. Siamo tutti sotto il controllo dei talebani e questo è un grande incubo», l’appello lanciato nei giorni scorsi dall’atleta intrappolata nel suo Paese dopo la caduta di Kabul. «Al momento non ho nemmeno la sicurezza della vita, figuriamoci della competizione. Sono l’unica donna nella storia dell’Afghanistan che ha ottenuto la qualificazione olimpica, ma ora vedo i miei sogni crollare», aveva detto una decina di giorni fa. Invece, dopo essere stata portata in salvo in Australia, è riuscita a raggiungere Tokyo. E ora avrà la possibilità di gareggiare.

«Una vittoria per lo sport, una storia di resilienza»

«Apprendere che Zakia è arrivata al villaggio paralimpico è veramente una cosa bella, già questa è una grandissima vittoria. Che sia poi la prima donna afghana a partecipare nel taekwondo è un grande piacere», ha commentato la notizia dell’arrivo a Tokyo il presidente della Federazione italiana taekwondo, Angelo Cito. La sua partecipazione come prima donna afgana, ha aggiunto Cito, tra i primi a mobilitarsi per la causa dei due atleti paralimpici afghani, «è una vittoria per lo sport, olimpico e paralimpico e per tutto quello che le ragazze afghane stanno attraversando in questo momento». Anche il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, ha commentato l’arrivo a Tokyo dei due atleti paralimpici sfuggiti agli orrori di Kabul: «Quel quel che è successo è una storia pazzesca, un segno di resilienza dello sport paralimpico ed è una gioia immensa. Riempie di gioia anche il fatto che Zakia e Rasouli potranno gareggiare e questo anche grazie al fatto che siamo riuscito con il nostro peso nel mondo a smuovere questa situazione».

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