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La stramba storia degli Hobbit italiani che sono arrivati sul Vesuvio per gettare l’Anello

02 Settembre 2021 - 20:33 Valerio Berra
Sono partiti il 27 agosto dalla provincia di Chieti, dove Nicolas Gentile sta creando un agriturismo basato sulla saga di Tolkien

«È come nelle grandi storie. Quelle che contano davvero. Erano piene di pericoli e oscurità e a volte non volevi sapere il finale. Ma l’oscurità è passeggera, non dura per sempre». Un Hobbit con un anello in mano. Di fianco a lui uno stregone, un nano, un elfo, due umani e altri Hobbit. «Il viaggio della Compagnia dell’Anello finisce qui». E poi il lancio dell’Anello, nel cratere del Vesuvio. Nicolas Gentile, 37 anni, negli ultimi giorni è diventato protagonista di un’interpretazione del Signore degli Anelli tutta in chiave italiana. Il 27 agosto è partito da Chieti, in Abruzzo. Insieme a un gruppo di amici, tutti vestiti come membri della Compagnia dell’Anello creata da J.R.R. Tolkien. Ha attraversato gli appennini ed è arrivato al Vesuvio dove ha lanciato un anello. La storia è stata seguita da migliaia di persone. L’account Instagram di Nicolas, @MyHobbitLife, ha superato i 50 mila follower. Un po’ cosplay, un po’ trekker, Nicolas nel suo racconto ha trasformato i luoghi del Centro Italia in quelli della Terra di Mezzo, il continente fantastico in cui sono ambientante le storie raccontate nel Signore degli Anelli. Le acque del fiume Tirino sono diventate quelle dell’Anduin dove sorge l’antica capitale di Gondor, mentre Campo Imperatore si è trasformato nelle terre dei cavalieri di Rohan. Il Vesuvio, chiaramente, non poteva che diventare il Monte Fato, il vulcano in cui Frodo ha gettato e distrutto l’Anello. L’ultima tappa della Compagnia.

Un viaggio che inizia da lontano: la storia della Contea Gentile

Nicolas Gentile oltre a essere un Hobbit è un pasticcere. Da alcuni anni a Bucchianico, vicino Chieti, ha lanciato il progetto Contea Gentile, una serie di interventi per ricostruire parte della Contea dove vivono gli Hobbit di Tolkien nella campagna abruzzese. Ha acquistato un terreno e ha avviato un crowdfunding prima per cambiare la destinazione d’uso, da agricolo a turistico, e poi per costruire una casa Hobbit. Gli altri obiettivi, fra cui la piantumazione delle siepi, sono tutti in corso di finanziamento. Il progetto per questi due ettari di terreno è ancora più ambizioso: nell’elenco dei prossimi obiettivi ci sono anche i Carvan dei Nani, la Locanda del Drago Verde e una grande Casa Baggins. Certo, in qualche foto spuntano comunque gli alberghi poco distanti, o panni di erba finta che probabilmente non trovavano posto tra gli appunti di Tolkien, ma dalle immagini circolate fino a questo momento non c’è grande differenza tra l’Abruzzo e Contea. Una volta completato, si parla del 2022, dovrebbe diventare un agriturismo a tema, dedicato soprattutto ai fan della saga. Perché gli Hobbit non potevano che essere abruzzesi, come ha spiegato Nicolas lo scorso maggio in un’intervista a Daniele Polidoro di Wired:

«Negli anni mi sono reso conto che gli hobbit non potevano che essere abruzzesi. Lo stile di vita dei nostri paesini è molto simile alla vita hobbit. Vivo in un posto dove tutto muta molto lentamente, i miei parenti sono quasi tutti contadini, come gli hobbit. E anche io, che lavoro in una pasticceria, faccio un mestiere molto da hobbit».

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