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Verso il nuovo decreto: Super Green Pass per 18 milioni di lavoratori pubblici e privati dal 15 ottobre

15 Settembre 2021 - 05:12 Alessandro D’Amato
super green pass lavoratori privati pubblici 15 ottobre
super green pass lavoratori privati pubblici 15 ottobre
Il nuovo decreto con il Super Green Pass obbligatorio per i lavoratori pubblici e privati domani al consiglio dei ministri. Le multe per chi non è in regola, i settori inclusi e i dipendenti esentati

Le date chiave sono il 10 e il 15 ottobre. Sono i giorni in cui secondo le intenzioni del governo Draghi dovrebbe entrare in vigore il Green Pass obbligatorio sul lavoro sia per i dipendenti pubblici che per gli addetti del settore privato. Il nuovo decreto con il Super Green Pass potrebbe arrivare già domani in Consiglio dei Ministri. Con gli stessi obblighi e le stesse sanzioni già in vigore nel mondo della scuola per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione: da 400 a 1.000 euro di multa e sospensione dallo stipendio dopo quattro giorni di assenza ingiustificata. Insieme alla concessione di un mese di tempo per mettersi in regola. La Certificazione Verde Covid-19 sarà obbligatoria anche nei palazzi degli organi costituzionali e nei tribunali. Così come per i dipendenti delle Poste e delle forze dell’ordine. Per un totale di 3,2 milioni di lavoratori.

La Certificazione Verde Covid-19 per i lavoratori privati

Il nodo ancora da sciogliere invece riguarda i 15 milioni di lavoratori del settore privato, che portano a 18,2 gli addetti totali interessati al provvedimento. Per questo a Palazzo Chigi si lavora su due schemi diversi di decreto. Il primo prevede il pass per la pubblica amministrazione e le sole attività private in cui già vige l’obbligo del Qr Code per i clienti (ristoranti e bar, palestre e piscine, treni e aerei, fiere e stadi). Il secondo, invece, vede coinvolti nell’obbligo tutti i lavoratori del settore privato. Ed è questa l’opzione che sembra aver preso il sopravvento. Anche perché, spiega oggi Repubblica, ha un duplice vantaggio: evita una doppia frizione con la Lega e risolve da subito il problema delle partecipate. I lavoratori delle aziende in cui è presente lo Stato, infatti, sono tantissimi e non sono giuridicamente assimilabili ai dipendenti pubblici.

Perciò il decreto unico è considerata la strada migliore. Gli uffici legislativi di Palazzo Chigi e dei ministeri interessati stanno lavorando per sciogliere entro le prossime 24 ore gli ultimi i nodi. Tra cui ce ne sono di delicatissimi: come comportarsi con gli eletti che entrano in un ufficio comunale in cui è richiesto il Green Pass ai lavoratori? Oppure: chi paga i tamponi nel settore privato a chi non intende vaccinarsi? E ancora: come controllare autonomi e professionisti? E come obbligare testimoni e imputati che dovranno essere presenti nei processi da celebrare con il lasciapassare? La Stampa spiega che gli effetti del nuovo decreto si riverbereranno sui dipendenti di Ferrovie dello Stato, Poste e Leonardo, che sono in totale 260 mila. Ma che soprattutto dovranno mettere davanti a un bivio i 300 mila dipendenti della PA e i 2,5 milioni di privati non ancora vaccinati. Tra cui molti lavoratori del commercio.

Obbligo Green Pass: i settori inclusi

Il ministro della Salute Roberto Speranza confida che, nell’estensione, alla fine verranno inclusi anche i negozianti. Perché – è il ragionamento – se l’obbligo vale per ristoratori, gestori di piscine, teatri e cinema, non deve valere per parrucchieri, ottici, negozi di abbigliamento, commercio al dettaglio e grande distribuzione? Al momento invece non rientrerebbero la quasi totalità degli autonomi (sui quali sarebbe più difficile esercitare i controlli) e tra le eccezioni ci sarebbero gli imputati dei processi e i loro avvocati. Sul tavolo c’è anche l’opzione di spostare di una settimana il vincolo del Green Pass per i privati. In questo caso l’entrata in vigore del decreto per alcuni settori e categorie dovrebbe slittare di una settimana per arrivare al 25 ottobre. Ma, spiega ancora il quotidiano, molti nell’esecutivo preferirebbero però stringere i tempi, perché è proprio nella pancia del privato che si annida ancora il grosso dei lavoratori non vaccinati.

E i controlli? Dovrebbero essere affidati ai vari responsabili di servizio o di reparto anche se poi, ad avvenuta segnalazione, le sanzioni saranno compito di una autorità pubblica. Escluso che a farli sia il medico aziendale. Il giuslavorista Valerio De Stefano a Repubblica spiega anche che non ci saranno problemi di privacy: «Se si utilizzerà la App già in uso ai ristoranti, la privacy è garantita perché il datore non sa se il lavoratore è vaccinato, guarito da Covid-19 o tamponato». E se il datore non riesce a ricollocare il lavoratore senza Green Pass può arrivare il licenziamento per un motivo oggettivo. Mentre se la prestazione si può offrire da remoto e la norma non esclude il lavoro agile, il datore di lavoro deve concedere lo smart working.

Chi paga il tampone ai lavoratori non vaccinati

Un altro nodo da sciogliere è la questione del tampone per i lavoratori non vaccinati. I sindacati sostengono che il tampone non può diventare un costo per il lavoratore. Confindustria dice no: «Il costo non può essere a carico delle imprese, altrimenti si scoraggia la vaccinazione». Nella scuola la gratuità dei tamponi è stata garantita solo ai lavoratori fragili. Le prossime ore saranno decisive. Difficilmente Draghi convocherà la cabina di regia per mercoledì. Più probabilmente il premier farà tutto nella giornata di giovedì: prima il vertice con i capidelegazione e, dopo un’ultima interlocuzione tra governo e Regioni, il Cdm. Non è ancora certo, invece, che nel Consiglio dei ministri approdi la delega fiscale. Il dossier potrebbe anche slittare alla riunione successiva mentre la riforma della concorrenza di sicuro andrà a dopo le amministrative. L’appuntamento al quale guardano tutte le forze politiche è proprio il voto del 3 e 4 ottobre.

Il Corriere della Sera conclude che se non si riusciranno a sciogliere tutti i nodi entro domani (al lavoro c’è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli) si procederà da subito con i dipendenti della Pubblica Amministrazione e i lavoratori delle attività al chiuso in cui per i clienti è previsto il Green Pass. Ovvero ristoranti, piscine, palestre, cinema, teatri, impianti sportivi. I problemi da giorni riguardano il perimetro della Pubblica amministrazione e le categorie di lavoratori che saranno interessate al nuovo provvedimento. Se sulla scuola si è deciso di applicare l’obbligo a tutti coloro che accedono negli istituti (studenti esclusi), per i dipendenti pubblici questo criterio non può essere applicato. E così il governo al momento è orientato a lasciare l’utenza fuori dal decreto.

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