Bollette, il piano del governo Draghi per ridurre i rincari: c’è anche il bonus, ecco chi ne ha diritto

L’esecutivo taglierà del 30-40% gli aumenti delle bollette dell’elettricità del gas. E potenzierà anche il bonus sociale per i nuclei familiari più poveri

Il piano del governo Draghi per fermare i rincari delle bollette di elettricità e gas arriverà questa settimana in consiglio dei ministri. E conterrà il taglio del 30% degli incrementi del conto dell’energia. Ma non la riforma delle tariffe con il cambio del metodo di calcolo degli importi. Perché l’esclusione degli oneri impropri che contribuiscono a gonfiare il conto è uno degli obiettivi della riforma della concorrenza. Che troverà spazio nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Mentre il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera invita a non parlare della tematica «in maniera ideologica» e implicitamente torna a rilanciare il nucleare.


Lo sconto in bolletta per i nuclei familiari poveri

Il decreto a cui il governo sta lavorando, fa sapere oggi Il Messaggero, conterrà le risorse necessarie per tagliare in parte gli aumenti annunciati. Si parla di uno stanziamento fino a 4-5 miliardi di euro, che comunque non sterilizzerà completamente i rincari. Al momento si parla di un impatto pari a un terzo abbondante o alla metà del conto totale. Gli aumenti dovevano costare in totale nove miliardi alle famiglie. Le risorse arriveranno per circa 7-800 milioni dai proventi ancora disponibili delle aste Ets, dove si scambiano le quote di emissione di CO2. Una quota più rilevante, pari a 3,5 miliardi, sarà presa dai ristori alle imprese colpite dalla crisi pandemica. Questo permetterà ad Arera, l’autorità dell’energia, di intervenire sugli oneri di sistema nelle prossime bollette. In più sarà rafforzato il bonus sociale destinato alle famiglie più povere per il pagamento di elettricità e gas.


Il bonus bollette 2021, già operativo dal primo luglio, è dato in base all’Isee e gli sconti vengono riconosciuti automaticamente come spiega il sito di Arera. Le condizioni per avere diritto al bonus sono: Isee non superiore a 9.265 euro, oppure quattro figli a carico e Isee non superiore a 20.000 euro, oppure aere un nucleo familiare titolare di reddito di cittadinanza. Uno dei componenti del nucleo familiare Isee deve essere intestatario di un contratto di fornitura elettrica e/o gas e/o idrica con tariffa per usi domestici e attivo, oppure usufruire di una fornitura condominiale gas e/o idrica attiva. Per ottenerlo basta l’attestazione Isee. L’Inps invia i dati al SII (Sistema Informativo Integrato, gestito dalla società Acquirente Unico) che li incrocia con quelli relativi alle forniture di elettricità, gas e acqua, permettendo di erogare automaticamente i bonus agli aventi diritto.

Quanto vale il bonus sociale per elettricità e gas

Il bonus sociale per luce e gas attualmente vale 128 euro per i nuclei familiari composti da uno o due componenti, 151 euro per quelli composti da 3 o 4, 177 euro per chi ha più di quattro componenti. Cingolani intanto annuncia al Corriere le nuove iniziative. «Stiamo lavorando alle prime misure urgenti di mitigazione senza perdere di vista la necessità di interventi strutturali, da mettere in campo non solo a livello interno, ma anche europeo. In parallelo ci sono i nostri impegni globali: i lavori preparatori della COP26 che copresiediamo assieme alla Gran Bretagna. CI sarà poi il G2o presieduto da Draghi. Non si tratta di chiacchiere ma di mettere tutta la comunità internazionale davanti a scelte concrete».

Il ministro poi conferma che al tema è necessario un approccio non ideologico: «Non dobbiamo guardare al futuro con lo sguardo rivolto al passato. Dovremmo discutere in maniera non ideologica. Se vogliamo, come è giusto, viaggiare con auto elettriche, se non vogliamo non subire e far subire alle generazioni future gli effetti del cambiamento climatico provocato dalla CO2, dobbiamo discutere di come produciamo l’energia. In modo collaborativo. Di sicuro dobbiamo accelerare sulle fonti rinnovabili. Quando diciamo no a un pannello solare, o quando a livello locale si fanno prevalere interessi della burocrazia, dei singoli, dobbiamo capire che il no lo stiamo dicendo soprattutto a noi stessi e ai nostri figli».

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