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‘Ndrangheta, condannato a 5 anni e 4 mesi il senatore di Forza Italia Siclari per voto di scambio con le cosche

28 Settembre 2021 - 17:38 Redazione
La sentenza è stata più pesante della richiesta del pm: 4 anni. Il processo è nato da un'inchiesta della polizia contro la cosca di Sant'Eufemia d'Aspromonte

Scambio elettorale politico mafioso. Con questa accusa il senatore di Forza Italia Marco Siclari è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione dal gup Maria Rosa Barbieri nell’ambito del processo “Eyphemos” contro le cosche di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Una sentenza che supera i 4 anni chiesti dal pm Giulia Pantano in fase di rinvio a giudizio. Stando alle indagini, il parlamentare di Reggio Calabria sarebbe stato appoggiato dalla cosca Alvaro alle politiche del 2018. Nel febbraio 2020, il gip aveva disposto i domiciliari per Siclari ma a questo proposito la Giunta per le autorizzazioni non ha mai deciso. Stando a quanto riportato nel capo di imputazione, «Siclari accettava a mezzo dell’intermediario Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di ‘ndrangheta di Santa Eufemia della famiglia mafiosa Alvaro».

Secondo la Direzione distrettuale antimafia, due mesi dopo le elezioni, in cambio della promessa di voto ottenuta, il senatore si è attivato per far ottenere il trasferimento a Messina a una dipendente delle Poste, figlia di Natale Lupoi, ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta e condannato, nello stesso processo, a 19 anni e 4 mesi di carcere. Nello stesso processo, celebrato con rito abbreviato, sono stati giudicati colpevoli anche il presunto boss Domenico Laurendi, detto “Rocchellina” condannato a 20 anni di carcere, e il boss Cosimo Alvaro, condannato a 17 anni e 9 mesi. In totale si contano 21 imputati condannati e tre assolti. Va ricordato poi che nella stessa operazione della polizia, “Eyphemos“, era stata arrestato anche il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte e consigliere regionale di Fratelli d’Italia Domenico Creazzo che ha però scelto il rito ordinario e dunque è sotto processo.

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