Martina Rossi, la Cassazione conferma le condanne: 3 anni ai due imputati per tentata violenza sessuale

La studentessa genovese è morta il 3 agosto 2011 precipitando dal sesto piano di un albergo a Palma di Maiorca

Non fu suicidio: Martina Rossi morì per sfuggire a uno stupro. Lo ha stabilito oggi, 7 ottobre, la quarta sezione penale della Cassazione, che ha confermato la sentenza della corte d’Appello di Firenze del 28 aprile scorso. I ricorsi della difesa sono stati dichiarati inammissibili dalla Cassazione e gli imputati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi dovranno scontare 3 anni di carcere per tentata violenza sessuale. La giovane studentessa genovese è morta il 3 agosto 2011, ad appena 23 anni, precipitando dal sesto piano di un albergo a Palma di Maiorca, dove era in vacanza con le amiche. «Non ci deve essere più nessuno che possa permettere di far del male a una donna e passarla liscia», ha commentato a margine della sentenza Bruno Rossi, padre di Martina. «Ora posso dire a Martina che il suo papà è triste perché lei non c’è più, ma anche soddisfatto perché il nostro paese è riuscito a fare giustizia». Anche Luca Fanfani, uno dei due difensori della famiglia Rossi, ha parlato dopo l’udienza: «Martina è morta in conseguenza di un tentativo di stupro, non esiste un’altra verità. Ora la Spagna chieda scusa per come archiviarono dopo tre ore e affittarono la camera».


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