Sulle pensioni niente scioperi (per ora), i sindacati abbassano i toni: contro il governo mobilitazione con assemblee

Cgil, Cisl e Uil cominceranno a protestare dal giorno del «deposito della legge di stabilità in Parlamento». La Fiom, invece, “corre” da sola e ha già annunciato di voler ricorrere allo sciopero

Oggi Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di fare fronte comune contro la Manovra del governo Draghi. E lo hanno fatto annunciando insieme un percorso di mobilitazione con assemblee sui posti di lavoro, iniziative e manifestazioni a livello regionale. La Fiom, invece, “corre” da sola: proprio ieri ha fatto sapere di voler organizzare un pacchetto di 8 ore di sciopero, ritenendo «urgente la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori per chiedere al governo e al sistema delle imprese risposte in tema di crisi industriali e occupazionali, riforma degli ammortizzatori sociali, precarietà del lavoro, salute e sicurezza, sistema degli appalti e dei subappalti, pensioni e contrasto dell’evasione fiscale».


Quello che non è piace è soprattutto la questione pensioni, Quota 102 prima di tutto che prevede l’uscita dal lavoro con 64 anni di età e 38 di contributi. Cgil, Cisl e Uil oggi, infatti, hanno spiegato di volersi mobilitare «per sostenere le proposte e le piattaforme presentate al governo in questi mesi e nell’incontro del 26 ottobre alla Presidenza del Consiglio e per modificare il tal senso la misure previste in legge di stabilità». Insomma, spiegano di non essere stati ascoltati. Le iniziative, però, non cominceranno subito ma «dal deposito della legge di stabilità in Parlamento». Entro il mese di novembre si deciderà poi cosa fare e come proseguire «ricalibrando, se necessario, le iniziative di mobilitazione e non escludendo quelle nazionali».


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