Inchiesta Open, tra le carte spuntano i compensi di Renzi per le conferenze all’estero

Il fondatore di Italia Viva: «Hanno messo online il mio conto corrente, violando Costituzione e leggi. Agirò per vie penali e civili»

I compensi delle conferenze di Matteo Renzi finiscono in un’informativa della guardia di finanza allegata alle indagini sulla Fondazione Open. Secondo quanto riportato da Repubblica, tra i committenti dell’ex premier ci sarebbero alcune società di global speaker del Regno Unito, il ministero delle Finanze dell’Arabia Saudita e il quotidiano coreano Chosun Ilbo. Risulterebbero poi anche fondi internazionali di private equity, tra cui la 21Investimenti Sgr di Alessandro Benetton. Attualmente le carte non sono oggetto di indagini sul caso Open – inchiesta nella quale Renzi è indagato per finanziamento illecito ai partiti -, ma risultano comunque tra gli allegati «per operazioni sospette».


Renzi: «Violata la legge»

A seguito della pubblicazione online dei suoi compensi e del conto corrente, il fondatore di Italia Viva ha dato mandato ai suoi avvocati di agire «sia penalmente che civilmente». «Hanno messo online il mio conto corrente, violando Costituzione e leggi», ha scritto su Facebook il senatore. «Hanno scelto come testimone dell’accusa penale un avversario politico. Hanno captato comunicazioni e intercettazioni con un metodo che è stato contestato persino dalla Cassazione. […] Mi aspetta una lunga battaglia in sede civile e penale per ottenere il risarcimento che merito. Non ho nulla da temere».


Immagine di copertina: ANSA/MATTEO CORNER

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