Open, l’ex ministro Flick in soccorso di Carrai: il parere che prova a smontare le accuse sulla fondazione-partito

Secondo l’ex ministro la fondazione non va considerata articolazione di partito, a meno di applicare in modo retroattivo, e quindi illegittimo, la legge “spazza-corrotti” varata nel 2019, anno successivo alla chiusura di Open

Al tribunale del riesame di Firenze si è svolta l’udienza per discutere i ricorsi contro i sequestri di documenti e supporti informatici presentati dai difensori di Alberto Bianchi e Marco Carrai, indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura dello stesso capoluogo toscano sulla fondazione Open. Il ricorso è stato presentato inoltre da alcuni dei finanziatori della fondazione, collegata all’attività politica di Matteo Renzi, perquisiti dalla finanza nell’ambito delle indagini.


Dopo la discussione in camera di consiglio, cioè a porte chiuse, al termine dell’udienza il tribunale si è riservato la decisione: in sostanza prendendo tempo prima di accettare o respingere i ricorsi. Secondo quanto si apprende, l’ex presidente della fondazione Alberto Bianchi, difeso dall’avvocato Antonio D’Avirro, ha rinunciato al ricorso in udienza. Hanno portato invece avanti il ricorso, attraverso i loro legali, Marco Carrai e alcuni dei finanziatori di Open perquisiti, ma non indagati, tra cui esponenti della famiglia Aleotti e l’imprenditore Davide Serra.


Particolarmente significativo il parere (“pro veritate”) presentato dai difensori dell’imprenditore Marco Carrai a sostegno del ricorso che porta la firma dell’ex presidente della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia del governo Prodi I Giovanni Maria Flick. Carrai è indagato per finanziamento illecito ai partiti. Dal parere di Flick emergerebbe che la fondazione Open non vada considerata articolazione di partito, a meno di applicare in modo retroattivo, e quindi illegittimo, la legge “spazza-corrotti” varata nel 2019, anno successivo alla chiusura della fondazione. Interpretazione contraria a quella dei pm fiorentini

Se giuridicamente la fondazione non è un partito politico, ha sostenuto davanti ai giudici del riesame l’avvocato Massimo Dinoia, che difende Carrai insieme al collega Filippo Cei, allora non può esistere il reato di finanziamento illecito ai partiti che i pm fiorentini contestano all’imprenditore amico di Matteo Renzi. Nella stessa direzione andrebbero altri due pareri contenuti nel ricorso contro i sequestri a Carrai, redatti da Giulio Ponzanelli, docente di istituzioni di diritto privato alla Cattolica di Milano e il penalista Domenico Pulitanò dell’università Bicocca.

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