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Italygate, Sara Cunial avrebbe permesso agli americani di interrogare un detenuto italiano sul presunto complotto anti-Trump

16 Novembre 2021 - 15:14 David Puente
Dal libro di un giornalista americano alle dichiarazioni di un detenuto, ecco come Sara Cunial viene coinvolta nella teoria del complotto dei sostenitori di Donald Trump

Non ci sono dubbi che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump abbia fatto pressioni per far esplodere l’ItalyGate (o ItalyDidIt), la teoria del complotto sui fantomatici brogli elettorali che avrebbero favorito la vittoria di Joe Biden attraverso un attacco informatico passato per le strutture informatiche della Leonardo SpA. Open Fact-checking si era occupato del caso in un articolo del 10 gennaio 2021, elencando alcuni dei suoi protagonisti, incluso il nome citato nei documenti diffusi negli Stati Uniti per sostenere la teoria della responsabilità italiana: quello della controversa presidente di Usaerospace Partners Michele Roosevelt Edwards, intervenuta il 24 giugno 2020 presso la Commissione Trasporti in merito alla manifestazione di interesse presentata nei confronti di Alitalia. Le recenti novità ci riportano ancora una volta in Parlamento, questa volta alla Camera, e a un’altra personalità più volte citata negli articoli di Open Fact-checking per le sue bufale e teorie del complotto: la deputata complottista Sara Cunial.

Secondo quanto riportato nel libro “Betrayal: The Final Act of the Trump Show“, opera del giornalista americano Jonathan Karl di ABC News, Kash Patel (capo dello staff del Sottosegretario alla Difesa in epoca Trump) avrebbe chiesto a Ezra Cohen (Sottosegretario alla difesa per l’intelligence e la sicurezza) di inviare degli uomini per parlare con il detenuto Arturo D’Elia, il consulente di Leonardo SpA arrestato lo scorso dicembre 2020, tirato in ballo dai teorici del complotto in quanto accusato di «un grave attacco alle strutture informatiche» della ex Finmeccanica. Karl racconta che il via alle indagini dell’intelligence americana, poi condotte dal Generale a tre stelle Scott Barrier, sarebbe partito il 2 gennaio 2021 su richiesta sia di Karsh Patel che del Segretario ala Difesa ad interim Chris Miller. Parliamo dei fedelissimi di Donald Trump, tanto fondamentali nelle ultime mosse dell’ex presidente da ricevere i loro incarichi tra il 9 e il 10 novembre 2020 a pochi giorni dal voto americano.

Sebbene Karl non abbia ottenuto conferme o smentite da parte di Scott Barrier su quanto avvenuto in Italia, il giornalista sostiene che il militare avrebbe riferito a Miller che l’intera storia dell’ItalyGate sarebbe stata una farsa e che i detenuti italiani, tra questi Arturo D’Elia (l’altro è Antonio Rossi), non hanno nulla a che fare con una presunta interferenza con le elezioni americane. Chi ha parlato con l’ex dirigente di Leonardo SpA? In che modo e in quale veste si sarebbe presentato presso il carcere di Fuorni, a Salerno, dove risiede tutt’ora? Secondo quanto riportato da Repubblica e confermato dall’avvocato difensore Nicola Naponiello, contattato in giornata da Open per ulteriori conferme, il 19 gennaio 2021 il suo assistito ha ricevuto una visita a sorpresa dalla deputata ex M5s Sara Cunial accompagnata da un avvocato del bresciano «e da due cittadini presumibilmente americani».

Stando al racconto del detenuto, ribadito dall’avvocato Naponiello, Arturo D’Elia sarebbe stato sottoposto a un singolare interrogatorio da parte dei due accompagnatori stranieri dell’onorevole Sara Cunial. Un episodio segnalato dall’avvocato al pubblico ministero incaricato per le indagini sul caso Leonardo SpA. Ovviamente è normale e legittimo che un parlamentare faccia visite a sorpresa all’interno di un carcere, ma un’eventuale conferma della vicenda vedrebbe una deputata della Repubblica italiana favorire due agenti di una potenza straniera, seppur alleata, in un’operazione di intelligence tenuta fino ad oggi segreta. Attraverso il sito della Camera, abbiamo inviato una richiesta di commento alla deputata ex M5s sull’intera vicenda.

Un’altra stranezza, o piuttosto una nota di colore, è l’eventuale – se confermata – collaborazione indiretta della deputata complottista No Vax con Donald Trump. Proprio l’allora presidente, con l’operazione Warp Speed (OWS), ha facilitato e accelerato lo sviluppo dei vaccini anti Covid-19.

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