Tasse: cosa succede con il taglio di Irpef e Irap e perché così ci guadagnano i redditi alti

Il ministro Franco ha illustrato le intenzioni del governo alla maggioranza: 6 miliardi per i lavoratori, due per le imprese

Un taglio dell’Irpef per un solo scaglione. Quello del 38% da 28 a 55 mila euro, che aiuterebbe anche e soprattutto i redditi più alti. E una revisione delle detrazioni. Oltre a una soglia fissata per l’Irap che esoneri dal pagamento della tassa le piccole e medie imprese. Questa è la proposta a cui lavora il ministro dell’Economia Daniele Franco, che ha illustrato come strutturare le riduzioni alla maggioranza che sostiene il governo Draghi. Visto che sono otto i miliardi totali destinati al taglio delle tasse nella legge di bilancio, con questo schema se ne spenderebbero sei per i lavoratori e due per le imprese.


L’intervento sulle aliquote

I due interventi sono contenuti all’articolo 2, comma 1, della manovra stessa. La finanziaria 2022 prevede proprio di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive. Un taglio da realizzarsi sia attraverso la riduzione di una o più aliquote, sia con una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo. E prevede poi la riduzione dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive. Il Messaggero spiega oggi che ci sono due grandi filoni di intervento. Il primo prevede di intervenire direttamente sulle aliquote, in particolare quella del 38% che comprende i redditi tra i 28 mila e i 55 mila euro. La riduzione di un paio di punti accorcerebbe il salto rispetto allo scaglione precedente.


E porterebbe, secondo le simulazioni, 540 euro in busta paga in più l’anno ai redditi più alti. Più precisamente, i dati dei Consulenti del Lavoro dicono che tagliando dal 38 al 36% l’aliquota entrerebbero in tasca 340 euro a chi guadagna 45 mila euro lordi l’anno, single o con figli a carico. Invece il beneficio salirebbe a 540 euro per chi ne guadagna 75 mila. I redditi più alti godrebbero della riduzione per quella parte che rientra nello scaglione tra 28 e 55 mila euro. Nulla invece per chi percepisce 25 mila euro. Il secondo intervento invece si concentrerebbe sulle detrazioni del lavoro dipendente. Aumentando quelle spettanti ai redditi fino a 55 mila euro. L’intervento sulle aliquote avvantaggerebbe anche le pensioni. Quello sulle detrazioni complicherebbe invece ulteriormente un sistema che il governo aveva annunciato di voler semplificare.

La cancellazione dell’Iva

Intanto la Lega è tornata a chiedere non solo l’azzeramento dell’Irap per partite Iva, persone fisiche e società di persone, ma anche la cancellazione dell’Iva sui beni di prima necessità come pane, latte, verdure, perché sarebbe un aiuto da circa 3 miliardi per le famiglie. Il Pd non vuole invece rinunciare al taglio del contributo cassa unica assegni familiari (Cuaf) che vale circa due miliardi e che grava sui datori di lavoro, appesantendo il cuneo.

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