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L’Aids si trasmette con la saliva? Esiste un paziente zero? L’Africa è il continente più colpito? – Il video

Le studentesse e gli studenti di un liceo artistico di Roma rispondono a un quiz realizzato dal Network Salute Globale per la giornata mondiale per la lotta contro l’Aids

Oggi, 1 dicembre, è la giornata mondiale per la lotta contro l’Aids. Ma cosa sanno i ragazzi e le ragazze di oggi di questa epidemia globale e di questo virus, l’Hiv, con cui convivono ancora (dati 2020 dell’Oms) più di 37 milioni di persone nel mondo? Hiv e Aids sono la stessa cosa? Come si trasmette? È vero che si contrae più in Africa che in Europa? Lo stigma sociale uccide quanto la malattia? Si parla di un franco-canadese omossessuale – che avrebbe diffuso l’Hiv in tutto il mondo: è vero? A rispondere le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico Statale Enzo Rossi di Roma. Hanno messo alla prova le loro conoscenze su una malattia di cui si parla ancora troppo poco, l’Aids, rispondendo a scuola a un test realizzato e lanciato dal Network Salute Globale, formato da 11 ong della società civile che si occupano di cooperazione sanitaria.


Il quiz online è stato realizzato, spiegano dal network, per contrastare le fake news e rilanciare la corretta informazione che permetta di prevenire e curare.


«È stato facile», dice Federico. «Ho solo sbagliato la domanda sul paziente zero». «Erano cose che non sapevo. No, non si studiano e non se ne parla, si parla solo di Covid», aggiunge una studentessa. Più di un ragazzo ammette di aver sbagliato la risposta sulle modalità di trasmissione. «Però ora le so». «È ovvio che non sono gli omosessuali a provocare questa malattia», aggiunge una ragazza che totalizza il 100% di domande giuste. «No, non l’ho letto da nessuna parte: ho risposto per logica: certamente non può essere», sorride. Leonardo ha 17 anni e ha realizzato uno dei poster della giornata. Si è ispirato a Keith Haring, racconta. «Il test era facile e sono cose di cui ho sentito parlare. Ma bisognerebbe farlo di più», racconta.

«È un anno importante perché in pochi sanno che sono passati 40 anni dalla scoperta di questo virus e dei primi casi», spiega Barbara Bonomi Romagnoli, media officer del Network. 20 anni fa invece è stato creato il Fondo Globale per accelerare la fine delle epidemie che colpiscono le popolazioni più povere ed emarginate: un meccanismo finanziario che investe ogni anno quasi 4 miliardi di dollari per sostenere programmi nazionali di lotta contro Aids, tubercolosi e malaria e per il rafforzamento dei sistemi sanitari dei paesi colpiti da tali epidemie. «L’Aids ci ha insegnato che c’è bisogno di copertura sanitaria universale. Una grande battaglia vinta in questa lotta è stata quella di far avere accesso a tutti e a tutte alle cure con i farmaci gerenalisti. Si potrebbe fare lo stesso oggi mandando in deroga gli accordi sui brevetti contro Covid 19».

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