La pillola pre-esposizione contro l’Hiv si trova già in farmacia, ma non è rimborsabile

In Italia la PreEP è una realtà già da un anno, i benefici sono noti, ma è a carico dei pazienti

Grazie ai progressi nella ricerca contro l’Hiv, negli Stati Uniti è possibile fare fronte al rischio di contrarre il virus introducendo anche la PrEP, ovvero la profilassi pre-esposizione, che permette con una pillola assunta regolarmente di proteggere anche le persone a rischio di contagio. In Italia questa forma di profilassi è già una realtà da almeno un anno. Tra chi si è maggiormente speso per far conoscere e somministrare la PrEP nel nostro Paese anche le professoresse Cristina Mussini e Antonella d’Arminio Monforte, rispettivamente a Modena e Milano. La professoressa Mussini, primaria presso il policlinico di Modena, spiega a Open perché è importante far conoscere la profilassi pre-esposizione, rendendola anche più accessibile a tutti quelli che ne hanno bisogno. «Si è scoperto attraverso degli studi – spiega la professoressa – che due farmaci uniti in una sola pillola [Tenofovir ed Emtricitabina], oltre a essere in grado di far parte del cocktail di trattamento per l’infezione da Hiv, sono anche in grado di prevenirla, quasi al 100%. Si può assumere tutti i giorni (una pastiglia al dì), oppure quattro pastiglie alla settimana, a seconda di quando si ha intenzione di avere un rapporto sessuale non protetto. Il target della PrEP è chi pensa di avere dei rapporti a rischio, questo è il primo criterio di inclusione. La PrEP è risultata efficace in particolar modo negli uomini che fanno sesso con altri uomini, con un alto livello di promiscuità».


Sulla sua efficacia non sono necessarie ulteriori sperimentazioni?


«Sono stati fatti già studi molto importanti – conferma Mussini – che ne hanno dimostrato l’efficacia. Uno randomizzato nella cui l’efficacia è arrivata al 97%. Le uniche eccezioni riguardavano pazienti che non assumevano il farmaco regolarmente. La cosa più importante nella profilassi pre-esposizione è proprio l’assunzione regolare del farmaco, altrimenti la protezione è pressoché totale».

Quindi sono già noti dei cali significativi di infezioni da Hiv nelle popolazioni dove la PrEP viene somministrata?

«In città dove c’è stata un’importante diffusione, come nel caso di San Francisco, c’è stato un calo importante delle nuove infezioni – continua la professoressa -. Con la diminuzione della circolazione del virus si è arrivati a un calo del 55% nell’arco di un anno. In Italia il farmaco generico costa 70 euro al mese, meno con l’acquisto online, ma è sconsigliato. Aifa ha già fatto in modo che si trovi nelle farmacie, ma fino a oggi non è stato ancora giudicato rimborsabile. Ritengo che sia una cosa assolutamente impropria, visti i concreti benefici che ne avrebbe la sanità pubblica. Un paziente sieropositivo costa come minimo seimila euro all’anno di terapia. Mentre per la PrEP si potrebbe arrivare a spendere 70 euro al mese per persona.

L’uso del profilattico resta comunque importante contro altri tipi di infezioni.

«Infatti – conclude Mussini – dove la PrEP è stata notevolmente diffusa c’è stato un calo dei casi di sifilide, gonorrea e altre malattie sessualmente trasmissibili. Noi comunque spieghiamo regolarmente l’importanza di seguire una profilassi adeguata».

Foto di copertina: NPS/Pillola PrEP.

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