Scuola fai-da-te: la soluzione dei genitori No vax all’istruzione dei figli ai tempi del Green pass

A Napoli in prima linea nell’home schooling una ex showgirl di Telegaribaldi: si è organizzata così per il figlio di 11 anni insieme ad altri genitori

Come già il car sharing, è con l’home schooling, la scuola fai da te, che i No vax stanno provando ad aggirare le restrizioni decise dal governo nella strategia della lotta al Coronavirus e nel tentativo di portare sempre più persone a vaccinarsi. «Quando la legge diventa ingiustizia, la resistenza diventa un dovere»: il sito difendersiora.it si apre con una citazione di Thomas Jefferson. Qui si organizza la scuola fai da te, un’ipotesi prevista dalla legge e che ora, in tempi di Covid, sta rappresentando un’alternativa a quei genitori che non vogliono vaccinare i figli (il vaccino non è obbligatorio, si ricorda) o che hanno in spregio cose come la mascherina in classe, il green pass e il distanziamento.


La scuola familiare

L’homeschooling o home education, si legge sul sito del Miur, è un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche rappresentata dall’istruzione parentale conosciuta anche come scuola familiare o “paterna” (sic!). La soluzione prevede quindi la scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli. I genitori qualora decidano di avvalersi dell’istruzione parentale devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza. A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo.


Sul sito difendersiora.it, si legge in un’inchiesta de Il Mattino, vengono sponsorizzati corsi a 40 euro al mese a Napoli per bimbi non vaccinati dai 5 agli 11 anni, come quello quello presso il Chiostro di San Gregorio Armeno grazie alle suore di Santa Patrizia (notizia smentita dall’associazione Icca Onlus, vedi rettifica in fondo all’articolo).

La scuola familiare aveva già riscosso successo nel 2017 all’epoca dell’introduzione di nuove vaccinazioni obbligatorie per la scuola. L’obbligo è di istruire ed educare i figli, ma non di mandarli a scuola: mettere a disposizione la scuola è il modo che ha scelto lo Stato per agevolare i genitori ad espletare questo compito, ma i genitori sono assolutamente liberi scegliere se usufruire di questo servizio oppure no!, si legge ancora. L’associazione Icca Onlus, ricostruisce ancora Il Mattino, fornirebbe «assistenza legale» e si impegnerebbe a restituire le rette in caso, a fine anno, il bambino o la bambina non superassero l’esame di idoneità richiesto dal Miur.

La testimonial

Testimonial dell’impresa, a Napoli, è una protagonista degli anni ’90, si legge ancora su Il Mattino: Simona Sessa, ex showgirl di Telegaribaldi. Si definisce free-vax e sul suo sito racconta di essere una professionista dell’estetica, della bellezza e del mondo olistico. «Da anni mi dedico con successo all’estetica (sono specializzata anche in quella maschile) e aiuto a essere più belli e curati. Sono operatrice olistica, estetista, massaggiatrice, Consulente del Benessere per una nota azienda mondiale e appassionata di studi sulla Naturopatia». Come «hobby» fa la «giornalista indipendente ed attivista, la vlogger come missione per aiutare la gente e per informare su come migliorare la propria salute e la propria vita. Oggi purtroppo per fare il giornalismo vero bisogna non lavorare per giornali o media per poter esprimere la verità». Al Mattino racconta di aver organizzato una home schooling insieme ad altre famiglie per il figlio di 11 anni.

La rettifica

Riceviamo e pubblichiamo la rettifica di Massimiliano Trematerra, promotore di Icca, International Chess Connect Association:

«Circa 70 allievi nell’anno 2021 si sono giovati delle nostre attività (corsi interdisciplinari) e non vi è stato un solo contagio di Covid nè tra i piccoli nè tra gli istruttori. A settembre Icca ha promosso il progetto di offrire agli allievi compresi nella fascia di età della scuola dell’obbligo un servizio di homeschooling. Solo per caso queste aspirazioni della nostra associazione sono coincise con la necessità di talune famiglie desiderose, per altri motivi, di percorsi educativi, alternativi a quelli istituzionali. La reclame di homeschooling di ICCA è stata quindi inserita su diversi siti tra cui www.difendersiora.it. La reclame in ogni caso non ha sortito e il proposito pubblicizzato su apposita locandina di attivare il primo corso di istruzione parentale è andato deserto non essendovi, ad oggi, alcuna adesione. A fronte di tutto ciò che sottoscrivo e ratifico per vero, una sedicente referente del sito predetto, interpellata dal giornalista de Il Mattino Valentino Di Giacomo, si è qualificata come associata di ICCA e, quel che è peggio, ha attribuito a Icca codici di comportamento come il mancato distanziamento e il mancato uso di mascherina, che le sono completamente estranei. Ancora di più, ha dato a intendere all’ignaro giornalista che la homeschooling fosse già attiva sul territorio con numerose adesioni. Nè vi è alcun coinvolgimento dell’Istituto di Santa Patrizia, dove sono stati tenuti al momento e sono previsti esclusivamente incontri e tornei di scacchi».

In copertina ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO | Un asilo a cielo aperto, con sedie e tavolini, giochi, palloncini, lezioni di baby yoga, disegni coi gessetti sulla strada, spettacoli teatrali e pranzo al sacco per “difendere la libertà di scelta vaccinale”. È l’iniziativa messa in campo oggi, di fronte al Comune di Torino, da un gruppo di genitori con i loro bambini, molti dei quali hanno ricevuto la lettera del Comune che comunica loro l’esclusione da scuola per il mancato rispetto dell’obbligo vaccinale, 15 maggio 2018.

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