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Il piano B del governo per il Super Green pass sul lavoro e le regioni che rischiano la zona gialla

mario draghi roberto speranza governo super green pass lavoro regioni zona gialla
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La crescita dei contagi potrebbe portare oggi due territori in lockdown soft. Altri cinque rischiano le restrizioni a breve. E l'esecutivo pensa al Green pass rafforzato per tutti i dipendenti

Ci sono due regioni a rischio zona gialla a partire da lunedì 13 dicembre. Entrambe attendono i risultati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute per sapere se si troveranno in lockdown. Si tratta della Calabria, che ha ormai superato i parametri delle aree mediche e della terapia intensiva non attivando posti letto in più. E del Trentino, che invece si trova sul filo: le rianimazioni sono al 17% di occupazione mentre l’area medica si trova sul filo del 10%. Se i dati dovessero superare anche di un solo decimale la provincia autonoma di Trento dovrebbe finire nell’area a minori restrizioni. E mentre anche altri territori rischiano la zona gialla, il governo Draghi ha un piano B per fronteggiare l’aumento dei contagi. Che prevede l’estensione del Super Green pass sul lavoro.

Lo stato d’emergenza ad aprile 2022

Nel giorni scorsi si era parlato della possibilità di imporre nuove restrizioni in caso di ulteriore crescita dell’indice di contagio Rt. Oggi La Stampa precisa meglio i contorni del piano. Che prevede una stretta con l’estensione del super Green Pass (rilasciato a vaccinati o guariti) in tutti i luoghi di lavoro nel caso la situazione dovesse ulteriormente peggiorare. Il Messaggero aggiunge che anche lo stato d’emergenza potrebbe essere prorogato ad aprile 2022. In modo da mantenere tutti gli strumenti d’intervento sulla pandemia. In primo luogo la struttura commissariale. Anche se nel governo c’è chi non lo vuole (come la Lega). E anche se il sottosegretario Andrea Costa ieri ha escluso nuove chiusure segnalando invece la possibilità di restrizioni soltanto per i No vax.

L’alternativa alla proroga dello stato d’emergenza è trovare rapidamente percorsi legislativi che mantengano in piedi l’impalcatura emergenziale. E questo perché con l’attuale normativa lo stato d’emergenza non può durare più di 24 mesi e dunque la proroga potrebbe arrivare al massimo fino al 31 gennaio. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, si è schierato ieri: «Io non mi pronuncio sulle decisioni politiche. Però se dal punto di vista sanitario mi chiedete se è necessaria la proroga dello stato d’emergenza, rispondo di sì. In questi giorni fronteggiamo un aumento di casi, sia pure in modo meno pesante rispetto ai paesi vicini. E dobbiamo ancora capire quali saranno gli effetti della diffusione della variante Omicron. Non possiamo abbassare la guardia».

Le sette regioni con gli ospedali quasi pieni

Intanto, spiega oggi Repubblica, la tabella degli indicatori di rischio (incidenza di casi per 100.000 abitanti, terapie intensive e ricoveri nelle aree mediche) disegnano un’Italia che da qui alla fine dell’anno potrebbe tingersi di giallo. Ormai tutte le regioni hanno superato il parametro dei 50 casi ogni 100 mila abitanti. Sono invece sette quelle che hanno almeno un altro indicatore sopra soglia: Veneto, Liguria, Lazio, Marche e Trentino sono già in sofferenza nelle rianimazioni (tutte sopra il 10%) mentre la Valle d’Aosta ha le terapie intensive ancora sotto il limite ma anche i reparti ordinari sovraffollati.

Il quotidiano scrive, a differenza di altri, che invece le terapie intensive della Calabria sono ancora sotto il limite, anche se si attendono i dati delle ultime ore. La provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia vedono invece avvicinarsi lo spettro della zona arancione. Il Veneto, con un aumento del 30% di nuovi casi nell’ultima settimana, è pronto: «Probabilmente entreremo di nuovo in zona gialla – dice il governatore Luca Zaia – Di per sé, il Super Green Pass ci consente di vivere come prima tranne l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto». C’è preoccupazione anche nel Lazio dove l’incidenza (190 contagi ogni 100.000 abitanti ed Rt a 1,6) continua a salire.

I cambi di colore in arrivo

Per questo la situazione è in peggioramento. Il monitoraggio Gimbe certifica 52 province dove l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti. Con il trend attuale di crescita dei nuovi casi, è la previsione del presidente Nino Cartabellotta, «nelle prossime 4 settimane diverse Regioni cambieranno colore». Intanto l’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) allerta invece rispetto all’occupazione degli ospedali: superano la soglia del 10% in intensiva la Provincia autonoma di Trento (17%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio, Liguria, Marche e Veneto (al 12%). Mentre la soglia del 15% per l’area medica risulta superata da Friuli Venezia Giulia (23%), Valle d’Aosta (22%), Provincia Autonoma di Bolzano (19%) e Calabria (17%).

«I dati che registriamo oggi su incidenza dei contagi, ricoveri in terapia intensiva e ospedalizzazioni ci portano di poche unità oltre il confine previsto per la zona gialla. Il dato viene valutato è settimanale, ma se questo è il trend difficilmente potremmo scampare al passaggio, a meno che nei prossimi giorni non diminuiscano le ospedalizzazioni», ha detto ieri in conferenza stampa il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. Per questo il governo, conclude La Stampa, è pronto a calare la carta del Green Pass «rafforzato» in tutti i luoghi di lavoro. Che sarebbe quasi come estendere l’obbligo vaccinale a tutti i dipendenti. Anche a quelli che oggi lo ottengono con il tampone. Intanto con il decreto fiscale approvato ieri l’esecutivo ha stanziato altri 3 miliardi e 299 milioni per l’acquisto di vaccini nel 2022.

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