Martina, 14 anni, muore di Covid. L’appello della madre: «Vaccinate i vostri figli»

Rita Scherillo ha perso sua figlia senza riuscire nemmeno a salutarla: «Spero che sia morta in pace e senza soffrire»

Martina. Si chiamava così la 14enne morta pochi giorni fa all’Ospedale Salesi di Ancona. Causa del decesso? Il Coronavirus. La Covid-19 ha avuto il sopravvento sul corpo dell’adolescente, in verità già colpito da alcune patologie genetiche e un trapianto renale con conseguente immunosoppressione farmacologica. Ed era proprio quest’ultima terapia che aveva spinto i medici a ritardare la vaccinazione. «Il 28 ottobre scorso – racconta sua madre, Rita Scherillo – siamo finiti in ospedale con mio figlio più piccolo, che è stato il primo a risultare positivo al Covid. Noi eravamo tutti vaccinati tranne il bimbo di 8 anni e mia figlia Martina. Si sarebbe dovuta vaccinare il 5 dicembre. Invece il primo novembre al mattino le ho controllato la temperatura ed aveva la febbre a 41.2. Ho chiamato la sua dottoressa la quale mi ha detto di correre in ospedale. Quando Martina è deceduta, ci hanno detto che era morta in quanto malata. Era malata, è vero, ma non è morta per le problematiche di salute che aveva: è stato il Covid a distruggerle i polmoni».


Scherillo racconta a Non è l’Arena la tragedia che ha colpito la sua famiglia. Lo fa per convincere i genitori ancora scettici a vaccinare i propri figli: «Il Covid uccide, perché non vaccinare? Perché non proteggerli? È stato il Covid che me l’ha uccisa, la cosa più brutta è che non potuto salutarla, è morta da sola», dice. Rimpiange di non essere riuscita nemmeno a salutarla: «Spero che sia morta in pace e senza soffrire». L’ultima volta che la madre ha potuto abbracciare Martina è stata prima che i medici la trasferissero in rianimazione. «Era cosciente -racconta -. Io l’ho abbracciata dicendole che l’avrebbero portata via. Lei si è aggrappata e mi ha detto di non lasciarla. I medici me l’hanno presa, l’hanno portata via, le ho dato un bacio e le ho chiesto di giurarmi di tornare presto a casa. L’ultima frase che mi ha detto è: “Te lo giuro”».


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