Pier Luigi Lopalco: «Vi spiego perché il test del tampone antigenico non è sicuro»

L’epidemiologo: il test antigenico non dà garanzie e fornisce false sicurezze. Al governo consiglio di pensare alla circolazione endemica del virus

L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, in un’intervista rilasciata all’edizione barese di Repubblica spiega qual è la differenza tra i test del tampone molecolari e antigenici e perché i secondi non danno risultati sicuri. «Per il controllo dei focolai epidemici, purtroppo, questa attitudine a fare il tampone antigenico, soprattutto se uno lo fa al posto del vaccino e prima di vedere amici e parenti, non funziona assolutamente», esordisce Lo Palco. «Non solo non dà alcuna garanzia sia per la validità del test, che può dare falsi negativi, sia perché dopo magari un’ora dal test ci si può comunque contagiare. In particolare in periodi di alta circolazione virale. Ma soprattutto dà una falsa sicurezza. Se non so di essere positivo o negativo mantengo premure e precauzioni quando magari vado a fare gli auguri alla nonna; se invece risulto negativo al test, credo di non essere portatore ed è difficile che pensi di essere un falso negativo», aggiunge.


La falsa sicurezza

Perché è proprio questo falso senso di sicurezza ad essere pericoloso per la circolazione del virus. Ma nei test rapidi non è tutto da buttare: «Intanto qualità bassa non vuol dire qualità zero. L’importante è che chi lo fa sappia che sta facendo. Forse ancora peggio sono quelli acquistabili online, senza alcuna assicurazione di validità. Lì siamo vicini allo zero e andrebbero evitati. Oltretutto va aggiunta che l’esecuzione va fatta da un personale che ha un minimo di capacità e addestramento. Farselo fare da un parente che non l’ha mai effettuato è decisamente sconsigliabile. Perché non si può essere sicuri che vada in profondità in modo corretto. Soltanto il tampone molecolare dà conferma diagnostica e va fatto anche per confermare l’eventuale positività di un antigenico». Il professore conclude con un consiglio al governo e alle Regioni: «Propongo di resettare il livello di controllo della pandemia sulla consapevolezza che ci stiamo avviando a una fase di circolazione endemica del virus. Durante le stagioni influenzali non abbiamo mai chiuso in casa la gente. Con la cautela e la prudenza del governo, che condivido, dobbiamo andare in quella direzione. Rischiare altri lockdown sarebbe disastroso».


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