M5s, scoppia il caso Fraccaro ma per ora nessuna espulsione. Il deputato: «Non voterò mai Draghi»

A rischio espulsione per aver trattato con Salvini l’elezione di Tremonti, il deputato si sfoga: «Sta montando un clima velenoso intorno elle elezioni del Quirinale»

Il contenuto dell’incontro tra il deputato del M5s Riccardo Fraccaro e il leader della Lega Matteo Salvini è stato smentito. Goffamente. Prima si è detto che i due non hanno parlato di Quirinale, poi che il 5 stelle è andato a trovare il segretario leghista in completa autonomia. Ma è difficile non credere al fatto che lo scorso 17 gennaio, in via della Scrofa, Fraccaro non sia andato per conto di qualcuno che segue da vicino le negoziazioni per il Colle e che, in quell’occasione, la Lega stava sondando la candidatura di Giulio Tremonti. L’irritazione per la fuga di notizie ha coinvolto tutti: è diventata pubblica l’attività negoziale fatta alle spalle del presidente del Movimento, Giuseppe Conte. Il quale sta cercando in tutti i modi di ristabilire le gerarchie pentastellate e ricompattare il gruppo parlamentare. Anche attraverso l’ipotesi di sanzioni per chi tradisce il presidente incaricato.


Nel pomeriggio di oggi, 21 gennaio, è riesploso il caso Fraccaro. Colpevole, secondo la linea ufficiale del Movimento, di aver condotto trattative parallele a quelle di Conte e senza alcun mandato ufficiale. Davide Crippa, capogruppo alla Camera molto vicino a Di Maio, nella riunione di ieri sera ha rimproverato, senza fare nomi, «la mancanza di rispetto» di tale gesto. Ma la reprimenda è sembrata una foglia di fico. Fatto sta che il deputato imputato è stato messo sotto la lente dei probiviri e si è subito parlato di una possibile espulsione. Che, a oggi, è una soluzione difficile da percorrere: primo perché uno dei membri del collegio dei probiviri è proprio Fraccaro, secondo perché il collegio non è operativo al momento.


Attraverso una nota, il Movimento ha poi chiarito che «nei confronti di Riccardo Fraccaro non è stata assunta alcuna sanzione disciplinare. Qualsiasi sanzione, infatti, nel caso in cui venisse riscontrata la violazione dei doveri stabiliti dalla Carta dei principi e dei valori e dal Codice etico posti a presidio degli interessi e della immagine della intera comunità 5 Stelle, non potrà che essere comminata all’esito di una puntuale istruttoria, nel rispetto delle garanzie sostanziali e procedurali statutariamente previste e del principio del contraddittorio». Fraccaro in prima persona, infine, ha diramato un comunicato duro per cercare di derubricare il caso a mera ricostruzione giornalistica.

La verità, però, è che la nota di Fraccaro è un’altra picconata sulla compattezza del Movimento 5 stelle nel portare avanti le trattative per il Colle. Il deputato ha esplicitato un’assoluta contrarietà – sarà vera? – all’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale. «Sta montando, e il mio caso ne è un esempio, un clima estremamente preoccupante e velenoso intorno all’elezione del presidente della Repubblica. Perciò, vorrei sgombrare subito il campo da ogni dubbio dicendo che non voterò mai Draghi – e ha concluso -. Anche Salvini ha smentito le ricostruzioni uscite oggi sul Quirinale, seppellendo così le falsità riportate sul nostro incontro».

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