Toscana, il dodicenne aggredito a sputi e calci da due ragazzine perché ebreo

La denuncia del padre: «Non è un episodio isolato. Vogliamo giustizia». Il comune di Campiglia Marittima promette di intervenire

«Sei un ebreo di m…». Sarebbe questa, secondo La Nazione, la frase gridata da due ragazzine quindicenni a un altro ragazzo più piccolo di loro – 12 anni – al parco dell’Altobelli di Venturina Terme, frazione del comune di Campiglia Marittima, nella provincia di Livorno, in Toscana. L’episodio risale a domenica scorsa, 23 gennaio. «Un padre ha chiamato in comune per mettere a conoscenza la Sindaca di quanto accaduto ieri al figlio di 12 anni», scrive il comune di Campiglia Marittima su Facebook. «Il bambino è stato aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi. Autrici di questo grave atto due ragazzine di 15 anni, motivate dal fatto che il bambino è ebreo», si legge.


«Una gravità inaudita»

«Una situazione incredibile, da pelle d’oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese», dice la sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati. «L’amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò con le forze dell’ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata».


L’aggressione

Secondo il resoconto della Nazione, l’aggressione è avvenuta intorno alle 18 di domenica, quando il dodicenne si sta recando al parco per incontrare un compagno di classe. Qui l’amico è in compagnia di altri ragazzi e ragazze: tra loro le due quindicenni, che frequentano le superiori a Piombino. Quando il dodicenne arriva e saluta, una ragazza lo zittisce, dicendo che la sua voce «le dà noia». Il ragazzo non ci sta. Ma la ragazza e un’amica iniziano a urlare: «Ebreo di m***a, devi morire nel forno». Non solo: lo aggrediscono con sputi, calci, botte sulla testa. A raccontarlo è il papà del 12enne. E non c’è nessuno che muova un dito per difenderlo. «Sono scioccato, così come lo è mio figlio», dice il padre. «Non abbiamo dormito, non riesco a darmi una spiegazione a questo gesto. Non riesco nemmeno a parlarne, mi viene da piangere. Sinceramente non mi era mai accaduto niente di simile».

Un episodio non insolato

«Mentre ci avviciniamo al giorno della memoria del 27 gennaio che segna sul calendario la fine della Shoah a livello mondiale, assistere a scene di questo tipo nel nostro contesto sociale è scioccante», si legge ancora sul post del comune. «Per questo è necessario andare avanti sull’accaduto con la fermezza che la sua gravità richiede. L’Amministrazione comunale esprime la più profonda solidarietà al ragazzo e alla sua famiglia. Tutta la nostra comunità è con loro. Contro la violenza, contro la discriminazione, contro l’orrore che questi atti suscitano. Stop all’antisemitismo».

Non si tratterebbe tra l’altro di un episodio isolato, anche se è il più grave. Alle elementari, dice ancora il papà, «avevo trovato sui messaggi che si scambiavano con i ragazzi un disegno con una svastica e un paio di scarpe con scritto dal 39 al 42. In quell’occasione avevo informato i genitori, avevo fatto presente la gravità del gesto. Ma questa volta non mi fermo. Ho già parlato con la sindaca di Campiglia Alberta Ticciati, con la dirigente scolastica Maria Elena Frongillo, ho informato la Comunità ebraica di Firenze che informerà quella di Livorno. E farò la denuncia alle forze dell’ordine. Non ci si può voltare da un’altra parte, questi episodi vanno condannati e denunciati. Non si può scherzare con una cosa così tragica. Forse anche i genitori devono comprendere cosa è stato fatto da queste due ragazzine».

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