Micciché tifa Mattarella: «Il trasloco? Magari aspetta solo una chiamata»

Il Grande Elettore siciliano: «Il mio è un ragionamento antropologico sulla natura stessa dei palermitani. Ma le pare che un siciliano doc come lui si mette a fare un endorsement a sé stesso?»

Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e coordinatore di Forza Italia nell’isola, tifa per il bis di Sergio Mattarella al Quirinale. E dice oggi in un’intervista rilasciata a Il Mattino che l’attuale presidente della Repubblica non si sottrarrebbe a un altro giro al Colle se fosse indispensabile, anche se ha sempre detto di no: «Il mio è un ragionamento antropologico sulla natura stessa dei palermitani. Ma le pare che un siciliano doc come Mattarella si mette a fare un endorsement a sé stesso?». Per Micciché, che non partecipa alle fibrillazioni del centrodestra e alla tattica della “carta nascosta” Casellati, che Mattarella abbia già traslocato non significa niente: «La mia sensazione è che se avesse voluto davvero porre il veto sulla sua rielezione sarebbe scomparso. Magari invece aspetta solo una chiamata». Infine arriva l’immancabile citazione di Tomasi da Lampedusa: «Mattarella è siciliano come me e nessuno ci ha descritti meglio di lui nel Gattopardo. Se lei non lo è, non può capirlo. Sa cosa diceva un passaggio di quell’opera? I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti. La loro vanità è più forte della loro miseria. Essi credono di avere un passato imperiale che dà loro diritto a funerali sontuosi». E la compiaciuta attesa di Mattarella farebbe parte del gioco: «Aspettare che un palermitano dica chiaramente ‘voglio essere io’ è perdere tempo. La mia idea è che se è reale il veto a Draghi al Colle si andrà comunque a votare, in un caso o nell’altro. Quindi meglio lo status quo: Mattarella al Colle e Draghi a Palazzo Chigi».


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