Quirinale, terremoto nel M5s, torna l’ombra della scissione: tra Di Maio e Conte adesso è guerra aperta

Il ministro degli Esteri chiede «una riflessione politica interna». Lo strappo con l’ex premier è più vicino

«Credo che nel Movimento 5 stelle serva aprire una riflessione politica interna». Le parole pronunciate da Luigi Di Maio nella serata di ieri, 29 gennaio, a meno di un’ora dalla rielezione di Sergio Mattarella, sono un messaggio chiarissimo a Giuseppe Conte. «Alcune leadership hanno fallito», ha attaccato il ministro degli Esteri. «Per fortuna questo stallo l’hanno risolto il Parlamento grazie anche al contributo del presidente del consiglio Mario Draghi». La tensione all’interno del Movimento 5 stelle è elevata. «Ci sarà un necessario chiarimento», assicura Conte. E quel chiarimento potrebbe avere conseguenze imprevedibili, dalla messa in discussione della leadership dell’ex premier fino a una scissione.


Agenzia VISTA | Il commento di Luigi Di Maio sulla rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella

I sospetti su Conte e lo scontro su Belloni

Conte ha provato a intestarsi la rielezione di Mattarella, sostenendo che quel nome «è stato fatto crescere nella nostra comunità giorno per giorno», e ha affermato di aver condotto le trattative «con serenità, sapendo che c’era questa opzione sul tavolo». Parole arrivate sull’onda di accuse e sospetti interni al Movimento 5 stelle: «Non ho mai fatto trattative sottobanco», ha detto Conte replicando a quanti insinuavano che avesse tramato con Matteo Salvini alle spalle degli alleati “progressisti” per fare cadere il governo e andare alle elezioni. La faglia tra il Movimento di Conte e quello di Di Maio si allarga sempre di più, e i veleni di questa settimana di votazioni potrebbero avere allontanato i due schieramenti interni in maniera irreparabile, complice anche lo scontro sul nome di Elisabetta Belloni, elogiata anche su Twitter da Grillo.

Il processo all’ex premier (che tira dritto)

Gli scenari all’orizzonte sono molteplici. Conte e lo stesso Di Maio rischiano di finire sul banco degli imputati per la gestione della partita quirinalizia. C’è chi chiede di “commissariare” l’operato del presidente, chi ipotizza un Di Maio leader del partito con Conte super ministro, riferisce Repubblica. L’ex premier però sembra intenzionato ad andare fino in fondo, a costo di uno strappo definitivo. E poi, dice al quotidiano una fonte interna al partito, «ricordiamo che fuori dai 5 Stelle c’è Alessandro Di Battista, e con lui il presidente ha un buon rapporto. Senza Di Maio e con “Dibba”, ci sarebbe una svolta: un Movimento più radicale che non si fa stritolare dai riti di palazzo».

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