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Il filmato del sangue che si coagula durante un prelievo non riguarda i vaccini

31 Gennaio 2022 - 21:25 Juanne Pili
Prima di dare la colpa ai vaccini per il sangue che coagula, meglio accertarsi di farsi fare il prelievo da un medico serio

Circola un video in portoghese con sottotitoli in italiano su Facebook, originariamente diffuso dal canale Telegram THE STORM-Q17, che alimenta la narrazione dei vaccini contro il nuovo Coronavirus che causerebbero coagulazione del sangue. Avevamo già trattato diversi tentativi pseudo-scientifici di sostenere questa tesi per il progetto Open Fact-checking (qui, qui e qui). Nel filmato in oggetto si vede una presunta curatrice di nome Laura nell’atto di eseguire una «autoemoterapia». La paziente dopo il vaccino avrebbe avuto «un problema infiammatorio» e per questo si è rivolta al lei tramite Telegram. «Fate attenzione con i vaccini! – sta coagulando – esclama la donna riferendosi al sangue della paziente che fatica a uscire -, abbiamo appena provato a prelevare il sangue […] Non è uscito. Sta già coagulando». Quel che si vede nel filmato è tanto suggestivo quanto truffaldino, ecco perché.

Per chi ha fretta:

  • Il filmato mostra un prelievo che agli occhi di un esperto appare subito eseguita in maniera maldestra.
  • È normale che il sangue rallenti a fluire e si coaguli se avviene un prelievo con poca perizia.
  • Chi esegue l’operazione lo fa nell’ambito di una medicina alternativa, pericolosa e priva di supporto scientifico.

Analisi

Innanzitutto l’autoemoterapia è una delle pseudo-scienze che vengono apprezzate nei gruppi No vax, come avevamo visto in un articolo precedente, dedicato alle medicine alternative che possono insinuarsi tra i reali trattamenti contro la Covid-19. Si tratta di una pratica molto nota in Brasile:

L’autoemoterapia, una procedura in cui una piccola quantità di sangue viene estratta e re-immessa nel corpo della stessa persona, non rientra tra le misure di prevenzione o cura per il nuovo Coronavirus raccomandate dalle autorità sanitarie nazionali e internazionali – spiegano i colleghi di Aosfatos -, i documenti degli enti medici e dell’Anvisa (Agenzia Nazionale di Sorveglianza Sanitaria) pubblicati prima della pandemia di Covid-19 avvertivano già dei rischi della pratica, che non ha supporto scientifico e può comportare rischi per la salute.

Colpa dei vaccini? No, i prelievi bisogna saperli fare

Appurato che nel filmato stiamo vedendo una operazione eseguita nell’ambito di una pratica medica non riconosciuta, cerchiamo di capire cosa si vede sul serio nella clip e se per caso si tratta di un fenomeno del tutto banale. L’anestesista Filippo Testa, già medico di Emergency e co-autore della pagina Facebook Pop Medicine spiega a Open il fenomeno del sangue che si coagula, associato dagli autori del filmato ai vaccini.

«Nel video si vede una situazione classica – continua l’esperto -, capita quando si infila un ago in maniera scorretta, quindi il sangue viene aspirato male. Nel mentre, il sangue che refluisce lentamente all’interno della siringa, tende a coagulare, come è normale ogni volta che va a contatto con una parete esterna».

«È anche un prelievo difficile perché la paziente appare obesa, quindi con vene difficili da incannulare. Da quello che si vede nel video, l’operatrice probabilmente non è riuscita a incannulare bene la vena e il sangue è refluito lentamente. Il processo di coagulazione inoltre è stato favorito da una aspirazione troppo vigorosa usando una siringa molto grande».

«In questo modo si creano delle turbolenze in aspirazione che non fanno altro che aumentare il processo di coagulazione. Risultato finale: prelievo da ripetere».

Conclusioni

Il filmato, realizzato probabilmente per promuovere una pratica medica rischiosa e priva di supporto scientifico, mostra una presunta curatrice nell’atto di eseguire un prelievo di sangue maldestro, che implica il rallentamento del flusso ematico, con conseguente coagulo. I vaccini non c’entrano.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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