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Le bufale No Vax del professor Sucharit Bhakdi, dalla proteina Spike tossica all’embolia polmonare

30 Novembre 2021 - 22:50 Juanne Pili
Esaminiamo le affermazioni No vax di un altro presunto esperto, dotato di un bel curriculum, ma privo di fonti autorevoli che supportino le sue tesi

Come abbiamo visto recentemente, la narrazione della proteina Spike tossica che renderebbe i vaccini contro il nuovo Coronavirus pericolosi, per se stessi, ma anche per i non vaccinati, che verrebbero «contagiati» da chi è stato inoculato con l’mRNA di questi farmaci «sperimentali» continua a raccogliere proseliti su Facebook, nonostante le smentite esistano da mesi. Un esempio recente è un video del professor Sucharit Bhakdi.

Per chi ha fretta

  • I vaccini sono tra i farmaci più sperimentati e controllati.
  • La proteina Spike non è tossica, chi sostiene il contrario non presenta prove.
  • L’mRNA dei vaccini non se ne va in giro nel sangue e nei linfonodi.
  • Coaguli, embolia polmonare e altri eventi avversi sono molto più probabili per chi contrare la Covid-19 in forma grave.
  • I vaccinati non possono contagiare il vaccino attraverso i fluidi corporei. Questa è fantascienza.
  • Sucharit Bhakdi è un attivista No vax noto per la scarsa propensione al Metodo scientifico.

Analisi

Solo il modo in cui il video viene diffuso su Facebook ci trasmette informazioni importanti, che dovrebbero farci desistere dal condividere questo genere di contenuti. È accompagnata infatti da un post in cui non vengono fornite fonti a sostegno delle sue affermazioni, bensì un lungo curriculum, come se la ricerca scientifica si facesse sulla base dei titoli e della carriera. Quando il principio di autorità si sostituisce all’onere della prova la disinformazione è sempre dietro l’angolo.

Una parte del lungo curriculum di Bhakdi, che dovrebbe sopperire alla carenza di fonti a supporto delle sue tesi No vax.

Gli fa eco lo screen di un tweet di Francesca Donato, che commenta:

«Ora voglio vedere uno scienziato autorevole almeno quanto lui – continua Donato riferendosi a Bhakdi -, che smentisca scientificamente ciò che dice in questo video. Se ciò non accade, tutti dovranno saperlo».

Lo screen di un tweet di Francesca Donato su Facebook.

Qui oltre al principio di autorità abbiamo anche l’inversione dell’onere della prova. Affermazioni straordinarie richiedono prove altrettanto straordinarie. Ed è chi fa tali affermazioni a doverle dimostrare, senza esibire il curriculum, bensì dati e teorie in grado di spiegarli nella maniera più elegante possibile.

Analizziamo ora le principali affermazioni di Bhakdi e solo alla fine cercheremo anche di capire di chi stiamo parlando. Sarà un ripasso di concetti già spiegati in numerosi articoli del progetto Open Fact-checking. Repetita iuvant.

Vaccini sperimentali

Bhakdi esordisce dando per scontato che i vaccini anti-Covid siano ancora sperimentali. Spesso si usa impropriamente anche il termine «siero sperimentale». Ad ogni modo, dobbiamo ricordare che i vaccini come tutti i farmaci hanno dovuto superare tutte le fasi di sperimentazione, dalla pre-clinica (in vitro e in vivo, dai topi ai primati non umani) per poi venire studiati in tre fasi cliniche su gruppi con migliaia di persone, raccolte in maniera randomica e con sperimentazione in doppio cieco. Per approfondire potete leggere i nostri precedenti articoli (per cominciare, qui e qui).

Esiste una farmaco-vigilanza – con buona pace di chi lo nega – a cui seguono indagini da parte degli enti regolatori, come l’EMA in Europa. Lo abbiamo visto quando sono emersi rari eventi avversi, come le miocarditi nei vaccini a mRNA:

«La causalità di tutte le segnalazioni – spiegavamo a proposito delle miocarditi -, su cui si basano similmente anche i Cdc americani, non è stata accertata. Tra le fonti del Comitato, c’è una recente revisione di 145 segnalazioni di miocardite e altre 138 di pericardite. Precisiamo a questo proposito che il 31 maggio 2021 sono state somministrate 177 milioni di dosi con Pfizer e 20 milioni con Moderna. In tutto si contano cinque morti correlate, tutte persone anziane e con altre patologie. Per tutti gli altri casi, gli esperti hanno notato che il decorso dei due eventi avversi è molto simile a quello tipico e può migliorare col riposo e appositi trattamenti».

Oppure con le trombosi nei vaccini a vettore virale:

«Parliamo della terza malattia cardiovascolare più comune. A far scattare le preoccupazioni furono inizialmente 22casi sospetti, su un totale di tre milioni di vaccinati contro il nuovo Coronavirus con Vaxevria (AstraZeneca). Secondo quanto riportato nell’ultima conferenza stampa dall’Ema, basata su una analisi del Prac (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee), esiste un “possibile collegamento con rari casi di coaguli di sangue insoliti con piastrine basse” – spiegavamo a proposito delle trombosi -. Questa correlazione temporale tra l’evento avverso e la vaccinazione non dimostra da sola un collegamento causale. “Finora, la maggior parte dei casi segnalati si è verificata in donne di età inferiore a 60 anni entro 2 settimane dalla vaccinazione. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati”, precisano gli esperti del Prac.»

Qualcuno ha cercato di riaccendere le suggestioni su questi vaccini, che ci verrebbero iniettati quasi alla cieca, come quando è stato distorto il senso di un report di Pfizer per il Governo giapponese, eseguito sui topi e senza dimostrare alcun evento avverso nelle persone (ne parliamo qui e qui).

Altri dubbi sono arrivati con lo scoppio del Pfizergate, quando la dirigente di una Azienda associata aveva denunciato delle irregolarità, le quali avrebbero potuto penalizzare i risultati sul vaccino, ben lungi dal farlo apparire erroneamente efficace. Lo spieghiamo qui, avvalendoci della consulenza di Enrico Bucci adjunct professor alla Temple University ed esperto nel revisionare di studi scientifici, il quale a sua volta aveva pubblicato una sua analisi su Il Foglio.

Segnaliamo anche i tweet di Aureliano Stingi, PhD in Cancer Biology, che collabora con l’OMS contro l’infodemia Covid-19. Proprio con Stingi avevamo contestualizzato le recenti affermazioni di Peter Doshi, docente dell’Università del Maryland e direttore associato del British Medical Journal, che sono state strumentalizzate da chi sostiene la tesi del «siero sperimentale.

«L’approvazione emergenziale è più che altro per poter commercializzare un farmaco quando hai intanto degli endpoint preliminari – continua Stingi – vuol dire che al posto di avere tutti gli endpoint (come, “il vaccino previene la trasmissione”), ci siamo fermati a “il vaccino previene la morte”. Una volta che avevamo quei numeri, e avevamo bisogno di quelli, i vaccini sono stati approvati».

«Sono stati veloci i trial perché c’era una pandemia in atto ed era facile, sia reclutare persone, sia che queste si infettassero. È partito anche il trial per l’HIV ma durerà anni, perché fortunatamente in quel caso la gente non si infetta così facilmente. È il contesto della Covid-19 a rendere tutto più veloce. Non vorrei passasse il messaggio che siccome eravamo in emergenza abbiamo fatto le cose male. Non è così. I passaggi di sicurezza ci sono stati tutti. Non è che accettiamo qualsiasi cosa “solo” perché siamo in emergenza, ma è quest’ultima a velocizzare il processo».

Proteina Spike tossica

Prosegue quindi sostenendo che la proteina Spike sia collegata a eventi avversi gravi. Per approfondire rimandiamo alla lettura delle nostre precedenti analisi, condotte con la consulenza di esperti in diversi ambiti: il microbiologo Luca Fanasca; il genetista Marco Gerdol e il biologo molecolare Francesco Cacciante

C’è chi confonde l’apoptosi (suicidio programmato) delle cellule che producono le Spike – e che avverrebbe comunque – con la ben più seria necrosi dei tessuti:

«È vero che la proteina S prodotta viene espulsa nello spazio extracellulare, e lì verrà fagocitata e processata dalle cellule presentanti l’antigene (APC, in primis cellule dendritiche) – continua Fanasca – che ne esporranno frammenti rilevanti tramite l’MHC di tipo 2 per la successiva attivazione dell’immunità specifica, ma è anche vero che la stessa cellula che ha prodotto la proteina, tramite l’MHC di tipo 1, presenterà parti della proteina S sulla sua membrana».

«Alcune cellule effettrici della risposta immunitaria specifica (in particolare i linfociti T citotossici), pattugliando la zona, riconosceranno quelle porzioni di proteina come non self. In seguito a ciò, verrà effettivamente indotta l’apoptosi della cellula».

«È questo il ruolo principale dei linfociti citotossici: innescare l’apoptosi in cellule che presentano qualcosa che non va. Dato che parliamo di un vaccino a somministrazione intramuscolare, seguirà ovviamente un ricambio delle cellule mandate in apoptosi a partire da quelle che sono chiamate cellule satelliti, un dipartimento staminale del muscolo che normalmente si occupa di rigenerarlo in seguito a eventi del genere».

Oppure si cercando indizi nel modo in cui è stato scritto l’mRNA che le codifica:

«La storia delle pseudouridine (Ψ) è abbastanza semplice in realtà – continua Gerdol – la modifica della seguenza di mRNA con queste che sostituiscono le uridine (U) è il risultato di studi che sono iniziati più di dieci anni fa. Questa sostituzione (con un nucleotide modificato naturale, perché Ψ si trova normalmente negli RNA ribosomali e molti tRNA) la si introduce per fare in modo che l’RNA introdotto non venga riconosciuto da tutto quel sistema di attività enzimatiche, che portano alla degradazione di un RNA esogeno, normalmente attivate con un virus a RNA».

«Il fatto che ci sia Ψ maschera l’RNA e lo rende meno attaccabile. La degradazione avviene più lentamente del normale e dall’altro lato aumenta l’efficacia con cui viene tradotto in proteina. Quindi produci più proteine. Il discorso dell’autore è che in questo modo si otterrebbero Spike piene di errori, che porterebbero a una serie di malattie neurologiche. Ma con quale frequenza vengono generate? Quando c’è la Ψ, questa viene letta come se fosse una uridina, nella maggior parte dei casi in maniera corretta. C’è un certo grado di tolleranza per l’appaiamento di tRNA, quindi può capitare si incorpori un amminoacido errato. La frequenza è stimata come inferiore all’1%. Tale errore non ha alcun effetto rilevante nella Spike. La stragrande maggioranza delle proteine prodotte corrispondono perfettamente».

Per non parlare di chi trova tracce di «metalli tossici» nei vaccini:

«Queste cose sono state già smentite proprio mediante la risonanza magnetica – continua Cacciante –. I vasi sanguigni sono più semplici da guardare, ma è possibile farlo anche sugli organi molli. Fondamentalmente con una risonanza magnetica se ci sono degli accumuli di metalli si vedrebbero». 

Spike ed mRNA in circolo nel sangue e nei linfonodi

Non pago di questo, Bhakdi va oltre, sostenendo che resterebbe traccia delle Spike nei fluidi corporei (lui parla in particolare del sangue e della saliva), cosa che alla luce di quanto ha anticipato, renderebbe i vaccinati «contagiosi», trasmettendo il vaccino anche ai non vaccinati. Insomma, il problema non sarebbero i No vax, che minacciando la tenuta delle campagne vaccinali, potrebbero rendersi responsabili dell’emergere di nuove varianti preoccupanti (come Omicron), bensì i vaccinati, che come dei novelli untori spargerebbero ben altri morbi nella popolazione.

Anche il materiale genetico che costituisce questi vaccini di nuova generazione sarebbe problematico, perché entrando in circolo nel sangue e nei linfonodi provocherebbe altri gravi danni. Ne parlavamo nel precedente articolo, dove analizzavamo tesi simili esposte da Byram Bridle sulla presenza delle Spike nel latte materno, per l’appunto un liquido corporeo. Ad oggi non esistono studi seri che trovano quanto sostenuto dai due guru No vax:

« “Finora gli scienziati hanno esaminato solo i vaccini prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna e non hanno rilevato i vaccini nel latte materno. Quello che hanno trovato sono gli anticorpi, prodotti dalle madri in risposta alle vaccinazioni, al coronavirus SARS-CoV-2”, spiega Shannon Hall in un articolo divulgativo per Nature».

«Se noi possiamo disporre anche di preprint dove non si trova traccia di Spike nel latte materno, Bridle non è in grado di fare altrettanto per sostenere la sua tesi. Accenna solo al caso di un neonato di cinque mesi, raccolto dal Vaers (che non verifica le segnalazioni), il quale avrebbe sviluppato «un disturbo della coagulazione del sangue». Molto poco per lanciare allarmismi del genere. Del caso si sono occupati anche i colleghi di Facta e di Snopes».

Infine, ricordiamo quanto spiegavamo nel nostro articolo sulla catena di produzione dei vaccini a mRNA. Sì, perché il materiale di cui sono costituiti non permane affatto nel lungo periodo; viene bensì degradato dall’Organismo:

«La produzione prevede che i frammenti di DNA entrino in contatto coi nucleoditi che costituiranno la nuova sequenza di mRNA. Enzimi noti come RNA polimerasi che possono leggere la sequenza stampo di DNA per trascriverla, assemblando i nucleotidi; tutto questo deve essere fatto seguendo metodi che preservino il prodotto finale dalla degradazione. Questi passaggi avvengono materialmente in appositi bioreattori, come quelli della BioNTech in Germania».

Coaguli nel sangue ed embolia polmonare

Sui coaguli nel sangue e l’embolia non dimentichiamo un altro personaggio apprezzato in ambito free-vax, Charles Hoffe, di cui trattavamo qui:

«Parliamo di vaccini a mRNA che veicolano solo le informazioni utili a produrre le sole proteine Spike, in quantità minime, che non ci aspetteremmo con un virus intero capace di moltiplicarsi nelle cellule. Chi sostiene il contrario non fornisce evidenze, anche quando contattati da altri colleghi, come quelli di AP News e PolitiFact».

Esistono smentite praticamente internazionali, che riflettono quel che è emerso nella Comunità scientifica; per esempio su Reuters, AAP FactCheck e Politifact. Le facili suggestioni sulle cose che non sappiamo sono niente a confronto della mole di dati che emergono in milioni di vaccinati nel Mondo, senza che emerga una epidemia di trombi, miocarditi o embolie polmonari. Va da sé che chi vuole dimostrare il contrario dovrebbe farlo attraverso studi peer-review e meta-analisi, non registrando dei video nei Social network.

Chi è Sucharit Bhakdi

Bhakdi è uno dei leader e fondatori del partito tedesco di estrema destra dieBasis. Ha fatto discutere una sua affermazione nei confronti della ministra dell’Istruzione del Schleswig-Holstein Karin Prien, sostenendo che «avvelena i nostri bambini con la CO2». Dal momento che Prien è ebrea, questa esternazione è stata considerata antisemita, tanto da finire in mezzo alle indagini del Commissario per l’antisemitismo; a cui si aggiungono diverse tesi cospirative contro gli ebrei, che sarebbero state alimentate da un movimento politico radicale legato a Bhakdi, denominato Querdenken.

Per quanto riguarda la Pandemia, Bhakdi aveva precedentemente affermato che la Covid-19 non fosse più pericolosa di una influenza, definendo inutile a priori qualsiasi vaccino. Ed è uno dei primi a usare il termine «dittatura sanitaria», in particolare nei confronti delle misure prese dal Governo tedesco per contenere i contagi, affermando di voler emigrare in Thailandia.

Conclusioni

Come al solito assistiamo all’uso dei contenuti prodotti da una persona apparentemente autorevole, in ragione di un ampio curriculum, ma priva di basi altrettanto credibili. Tutte le affermazioni di Bhakdi e di altri guru No vax sulla presunta tossicità dei vaccini non trovano infatti alcuna corrispondenza nella letteratura scientifica di qualità, e non rispecchia quanto emerso in seno alla Comunità scientifica.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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