«Abbiamo sbagliato, la proteina Spike è tossica», l’allarme infondato di Byram Bridle contro i vaccini

Nessuno studio dimostra la tossicità della Spike prodotta mediante i vaccini anti-Covid

Leggiamo nuovamente delle sconvolgenti rivelazioni dell’immunologo Byram Bridle, che continuano a spopolare su Facebook. Il Professore associato presso l’Università veterinaria di Guelph nell’Ontario, è diventato un idolo No vax (anche se lui ci tiene a sostenere di non esserlo), per le sue affermazioni sulla proteina Spike, la cui produzione viene indotta dai vaccini contro il nuovo Coronavirus, in special modo quelli a mRNA di Pfizer e Moderna. In breve, secondo la sua narrazione si tratterebbe in realtà di una sostanza tossica, i cui effetti nocivi sarebbero emersi in diversi studi, che i Poteri forti vorrebbero tenerci nascosti. Vedremo invece, che alla minima verifica le affermazioni di Bridle si sciolgono come neve al Sole.

Per chi ha fretta:

  • Nessuno studio dimostra la tossicità della Spike prodotta mediante i vaccini anti-Covid.
  • Byram Bridle, quando contattato da altri fact-checker, si è sempre chiuso alla confutazione.
  • Quando vengono presentati degli studi questi non sono affatto in grado di confermare le sue tesi.

Analisi

Leggiamo alcuni passaggi tratti da uno dei diversi blog che rilanciano da mesi le affermazioni dell’Immunologo canadese:

«Le scoperte, che il prof. Byram Bridle ha riportato in un’intervista del 30 maggio, sono scioccanti. Lo specialista in virologia e immunologia ha trovato proprietà scioccanti della proteina spike sulla base di studi all’avanguardia, che secondo lui hanno tutti superato il processo di revisione tra pari. Questa componente virale prodotta da tutte le vaccinazioni mRNA ha un effetto “tossico” nell’uomo, circola nel sangue e successivamente provoca numerosi degli effetti collaterali noti che possono portare alla morte. E: le proteine possono essere trasmesse attraverso il latte materno , il che spiega varie segnalazioni di effetti collaterali basati su di esse […] Bridle inoltre afferma innanzitutto che tutto ciò che riferisce si basa su studi scientifici. Informazioni molto importanti provengono da uno studio sugli animali che Pfizer ha presentato come parte del processo di approvazione in Giappone».

La narrativa sulla Spike tossica

È importante fare un ripasso riguardo al contesto attorno alla narrazione di Bridle. Non è la prima volta che troviamo in Rete tentativi di dimostrare che la glicoproteina Spike (S) sia collegata alle peggior cose. Per approfondire rimandiamo alla lettura delle nostre precedenti analisi, condotte con la consulenza di esperti in diversi ambiti: il microbiologo Luca Fanasca; il genetista Marco Gerdol e il biologo molecolare Francesco Cacciante

Parliamo del principale antigene di Sars-CoV-2, ovvero il mezzo con cui è in grado di legarsi ai recettori ACE2 delle cellule per infettarle. I vaccini anti-Covid di nuova generazione trasporano l’mRNA con le sole informazioni per farla produrre dalle cellule. In questo mondo il Sistema immunitario sviluppa in tempo gli anticorpi specifici, riducendo notevolmente la probabilità che il virus proliferi nell’Organismo, scongiurando le forme gravi di Covid-19.

Secondo i complottisti le Case farmaceutiche starebbero tenendo nascosti gli eventi avversi provocati dalle Spike derivate dai vaccini. Portando in apoptosi (suicidio programmato) le cellule, scatenando quella «tempesta di citochine» alla base dell’infiammazione polmonare che caratterizza le forme gravi di Covid-19. Si confonde quindi l’apoptosi, che avviene naturalmente nel nostro corpo e consente il ricambio generazionale delle cellule, con la necrosi vera e propria dei tessuti. 

Altre tesi accolte in ambito No vax teorizzano che la tossicità della Spike sia insita nel modo in cui i vaccini a mRNA la codificano (lo spieghiamo qui):

«L’mRNA sintetico, sia di Pfizer che di Moderna, codifica l’intera proteina Spike (S). Ha delle regioni, all’inizio e alla fine, che in qualche modo sono state ingegnerizzate per avere una espressione molto efficiente dell’antigene – spiega il genetista Marco Gerdol a Open -, parliamo di una molecola di mRNA di circa quattromila nucleotidi. Non c’è nessun motivo per ritenere che [alcuni di questi, Ndr] siano particolarmente importanti rispetto agli altri. Potremmo considerare interessanti i primi 55, perché sono la parte non codificante che precede quella codificante la proteina vera e propria».

«Dobbiamo ricordare che ogni cellula del nostro corpo produce normalmente 300/400 mila molecole di mRNA […] In una sola infezione influenzale nelle vie respiratorie vengono prodotti diversi triliardi di copie di genoma virale. Non si capisce poi perché la tempesta citochinica dovrebbe essere collegata al numero di molecole di mRNA. Come se venissero prodotte da qualsiasi tipo di cellula, e si distribuissero in maniera uniforme nel nostro Organismo, permanendo per diverse settimane».

Le fonti di Bridle

Prima di noi diverse testate estere avevano cercato di chiedere dallo stesso Bridle quali fossero gli studi a cui faceva riferimento. Interrogato dai colleghi di AP News non ha risposto nel merito, limitandosi a sostenere di basarsi su non meglio precisate «fonti scientifiche affidabili».

l’Immunologo aveva poi indicato ai colleghi di PolitiFact un documento della Canadian Covid Care Alliance. Peccato che la fonte principale è un articolo pubblicato sul Journal of Respiration nel dicembre 2020, edito dalla casa editrice svizzera MDPI.

«Questa analisi suggerisce che la proteina Spike di SARS-CoV-2 e l’HIV gp120 hanno la capacità di innescare eventi biologici cellulari che possono portare allo sviluppo del rimodellamento vascolare polmonare e, forse, della PAH [ipertensione arteriosa polmonare] clinicamente significativa, una condizione fatale», spiegano i ricercatori.

Parliamo della stessa MDPI che ha pubblicato uno studio – poi ritrattato – sulla pericolosità dei vaccini anti-Covid, che si reggeva solo su delle segnalazioni. In un precedente articolo avevamo elencato altre pubblicazioni di dubbia qualità della stessa casa editrice. 

Al momento MDPI non risulta elencata tra le case editrici potenzialmente predatorie nella blacklist di Jeffrey Beall, anche se resta sotto osservazione:

«Ho deciso di non includere MDPI nell’elenco stesso – continua Beall – Tuttavia, esorto chiunque voglia pubblicare con questo editore a leggere attentamente questo articolo wiki che descrive in dettaglio i loro possibili problemi etici di pubblicazione e un articolo recente che discute la loro crescita».

Il report di Pfizer per il Governo giapponese

Per quanto riguarda lo studio di Pfizer per il Governo giapponese, abbiamo nuovamente un deja vu, perché è lo stesso citato da altri guru free vax, da noi analizzato due volte (qui e qui). Basta confrontare la traduzione inglese del report con le tabelle mostrate da Bridle, per renderci conto che è lo stesso documento. Si tratta di una ricerca pre-clinica di Pfizer sui topi, presentata nel 2020 alla Sanità giapponese.

Molto semplicemente, i ricercatori valutano come si concentra il vaccino nel corpo e come viene poi smaltito usando una proteina modello sui topi, non riscontrando alcun effetto tossico rilevante. Gli stessi autori spiegano che «non sono stati osservati risultati di tossicità indicativi di danno epatico negli studi di tossicità a dosi ripetute nei ratti».

Tutte le tesi che si vogliono trarre dal travisamento di questi studi, o pescando per cherry-picking ricerche di dubbia qualità, riguardano il presunto ruolo della proteina Spike nel generare problemi cardiaci, trombosi, danni ai neonati, eccetera. Avevamo già precedentemente approfondito e smentito con interviste a esperti (quiquiqui e qui). 

Le proteine Spike nel latte materno

Non avevamo ancora esaminato nelle precedenti analisi la narrazione in base alla quale le proteine Spike arriverebbero fino al latte materno, con presunti danni ai neonati. Tuttavia basterebbe quel che abbiamo elencato fin dall’inizio sul funzionamento dei vaccini e della Spike, per capire che si tratta di tesi insensate. 

Innansitutto, la narrazione di Bridle va praticamente a cozzare contro tutte le evidenze riguardo al fatto che il latte materno trasmette gli anticorpi dalla madre al neonato.

«Finora gli scienziati hanno esaminato solo i vaccini prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna e non hanno rilevato i vaccini nel latte materno. Quello che hanno trovato sono gli anticorpi, prodotti dalle madri in risposta alle vaccinazioni, al coronavirus SARS-CoV-2», spiega Shannon Hall in un articolo divulgativo per Nature.

Se noi possiamo disporre anche di preprint dove non si trova traccia di Spike nel latte materno, Bridle non è in grado di fare altrettanto per sostenere la sua tesi. Accenna solo al caso di un neonato di cinque mesi, raccolto dal Vaers (che non verifica le segnalazioni), il quale avrebbe sviluppato «un disturbo della coagulazione del sangue». Molto poco per lanciare allarmismi del genere. Del caso si sono occupati anche i colleghi di Facta e di Snopes.

Conclusioni

Il fatto che le rivelazioni di un esperto vengano più volte condivise in Rete non le rende vere. A prescindere dai titoli accademici, le teorie devono sempre essere verificate in studi peer-review, prima di venire date in pasto a un pubblico di lettori non sempre attenti a vagliare le fonti. È questo il caso delle tesi sulla Spike tossica, le quali vengono continuamente smentite. Nonostante milioni di dosi distribuite nel Mondo, non assistiamo a un dilagare di eventi avversi a seguito dei vaccini, come quelli elencati in questo articolo. Emerge invece il fatto che i benefici dell’immunizzazione superano di gran lunga i presunti rischi.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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