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La proteina Spike è tossica e causa problemi cardiaci o neurologici? Nessuna prova per la teoria NoVax

17 Luglio 2021 - 14:01 Juanne Pili
La proteina Spike è tossica e causa problemi cardiaci o neurologici? Nessuna prova per la teoria NoVax
La proteina Spike è tossica e causa problemi cardiaci o neurologici? Nessuna prova per la teoria NoVax
Breve viaggio nelle origini della tesi No vax sui vaccini tossici

L’idea che la proteina Spike sia tossica torna ciclicamente in rete, nonostante sia totalmente infondata. Avevamo già visto che non esistono proprio evidenze in merito. Per analizzare queste narrazioni avevamo chiesto a tre esperti in diversi ambiti: il microbiologo Luca Fanasca, il genetista Marco Gerdol e il biologo molecolare Francesco Cacciante. A questa narrazione si collegano quelle riguardo presunte reazioni autoimmuni dovute ai vaccini contro il nuovo Coronavirus, comprese quelle che attribuiscono loro l’emergere delle varianti Covid, come l’emergente Delta.

Per chi ha fretta:

  • La proteina Spike (S) è l’antigene usato da SARS-CoV-2 per infettare le cellule. I vaccini anti-Covid danno alle cellule le sole informazioni per produrre la Spike, in modo da rendere il Sistema immunitario capace di prevenire l’infezione.
  • L’idea che la Spike sia tossica e collegata a pericolosi eventi avversi non trova fondamento alla luce di studi clinici e somministrazioni a milioni di persone.
  • Questa tesi viene suggerita in uno studio pubblicato dalla casa editrice MDPI, già nota per aver diffuso ricerche discutibili, una ritrattata di recente, che mettono in dubbio la sicurezza dei vaccini.

Analisi

All’origine di questa tesi potrebbero esserci le affermazioni rilasciate in una intervista radiofonica nel giugno scorso dall’immunologo Byram Bridle, professore associato presso l’Università veterinaria di Guelph nell’Ontario:

«Abbiamo commesso un grosso errore – continua Bridle – Non ce ne siamo resi conto fino ad ora, pensavamo che la proteina Spike fosse un ottimo antigene bersaglio. Non abbiamo mai saputo che la stessa proteina spike fosse una tossina e fosse una proteina patogena, quindi vaccinando le persone le stiamo inavvertitamente inoculando con una tossina».

Potrebbe sembrare ironico, ma Bridle nel fare queste dichiarazioni assicurava di essere a favore dei vaccini. Anche se diversi siti e blog apprezzati dai No vax si collegano alle affermazioni di Bridle, alludendo a evidenze emerse in non meglio precisati studi, nella realtà parliamo di vaccini a mRNA o a vettore virale, che trasportano le sole informazioni per far produrre alle cellule le proteine Spike; queste alla luce di studi clinici di terza fase, e delle vaccinazioni in atto che hanno coinvolto milioni di persone, non mostrano di essere collegate a reazioni autoimmuni, né emergono evidenze di una tossicità della proteina Spike.

La peer review della svizzera MDPI

Come ci è stato spiegato dagli esperti che abbiamo intervistato nei precedenti articoli, il vaccino stimola la produzione di modeste quantità della proteina Spike, non certo quelle che ci aspetteremmo con un virus intero capace di moltiplicarsi nelle cellule. Per tanto anche la tesi avanzata da Bridle in base al quale i vaccini non resterebbero nel sito di iniezione è di difficile comprensione. Interrogato dai colleghi di AP News, l’Immunologo non ha risposto nel merito, adducendo a non meglio precisate «fonti scientifiche affidabili».

Tra queste Bridle indica ai colleghi di PolitiFact un documento della Canadian Covid Care Alliance. La fonte principale è un articolo pubblicato sul Journal of Respiration nel dicembre 2020.

«Questa analisi suggerisce che la proteina Spike di SARS-CoV-2 e l’HIV gp120 hanno la capacità di innescare eventi biologici cellulari che possono portare allo sviluppo del rimodellamento vascolare polmonare e, forse, della PAH [ipertensione arteriosa polmonare] clinicamente significativa, una condizione fatale», spiegano i ricercatori.

La casa editrice è una vecchia conoscenza, si tratta della svizzera MDPI, la stessa che ha pubblicato recentemente uno studio – ritrattato – sulla pericolosità dei vaccini anti-Covid, basato su mere segnalazioni non verificate; infine, un’altra rivista della MDPI ha recentemente pubblicato uno studio dove si sostiene – attraverso un metodo discutibile – che il caffè previene le forme gravi di Covid-19.

I ricercatori suggeriscono che siccome la Spike si trova soprattutto nei polmoni dei pazienti Covid-19, allora i vaccini che ne stimolano la produzione darebbero eventi avversi. Si tratta di un sillogismo che se esatto dovrebbe invalidare tutti i vaccini.

Conclusioni

Il virus usa le proteine Spike per infettare le cellule, queste ultime da sole possono solo attirare gli anticorpi del sistema immunitario, il quale così imparerà a prevenire la reale infezione. È il principio basilare su cui si fondano tutti i vaccini. L’immunologo Bridle che ha maggiormente dato credibilità a queste tesi, di fatto non fornisce fonti valide a supporto, nemmeno quando incalzato dai colleghi di AP News e PolitiFact. Tutto questo dimostra solo che il principio di autorità nella scienza non vale niente.

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