Covid, i vaccini possono causare nuove varianti o reazioni autoimmuni? Facciamo chiarezza

Un video diffuso da un biologo nutrizionista incolpa i vaccini per l’insorgere delle mutazioni del Sars-Cov-2. Niente di più falso

Sui social sta girando un video che rielabora affermazioni già abbondantemente smentite. L’autore è un biologo nutrizionista che incolpa i vaccini dell’aumento dei casi nel Regno Unito e in Israele, dovuti alle varianti del Coronavirus. In particolare la variante Delta sarebbe un prodotto delle campagne vaccinali. Analizziamo le affermazioni principali per capire come mai questa narrazione è priva di fondamento.

Per chi ha fretta:

  • Le varianti non sono causate dai vaccini.
  • In Israele non c’è una nuova ondata e non tutti hanno ricevuto la seconda dose.
  • I vaccini servono a creare una memoria immunitaria prevenendo l’infezione, indipendentemente da come vengono fatti.
  • I vaccini di nuova generazione sono pensati proprio per evitare gli eventi avversi che sarebbero meno improbabili con quelli a virus attenuato.
  • Dopo tre fasi di sperimentazione e milioni di vaccinati nel mondo non sono mai emerse le reazioni autoimmuni previste dai guru no vax.

Analisi

Il biologo nutrizionista parte dal presupposto errato che i vaccini anti-Covid servano a ridurre i contagi. La sua opinione è che i governi usino le varianti per motivare le campagne vaccinali, mentre i vaccini sarebbero i principali responsabili dell’emergere di nuovi mutanti. No, servono a ridurre i casi sintomatici, in particolare quelli gravi. L’insorgere di nuove varianti era previsto già prima ancora dei vaccini. È del tutto normale che, più tempo passa, maggiori saranno le probabilità che si sviluppino varianti, quindi mutanti che potrebbero resistere agli anticorpi indotti dalla vaccinazione o un aumento di casi gravi nei non vaccinati. Ecco perché la vaccinazione di massa è una priorità.

Dove si vaccina di più aumentano i casi?

Il biologo osserva in particolare che dove si vaccina maggiormente si sarebbe visto un aumento dei casi. Cita in particolare il Regno Unito e Israele. Entrambi associati alla variante Delta. Il problema non è quanto si vaccina, bensì come. Non basta infatti vaccinare tutti con la sola prima dose: conta il numero di persone che hanno ricevuto una immunizzazione completa. Occorre anche informare correttamente la popolazione, perché il lassismo generale è quanto potrebbe spiegare l’aumento dei casi in Cile e in India. Diversi fattori particolari possono spiegare il fenomeno in Gran Bretagna, a prescindere dalla mutazione proveniente dall’India. Come ha spiegato l’esperto di genomica comparata dell’università di Trieste Marco Gerdol:

«Il problema è che gli inglesi hanno scelto di spingere il più possibile la prima dose con AstraZeneca, per poi allungare i tempi il più possibile con la seconda. Così l’efficacia è più bassa di circa un 20%. Sono dati coerenti coi saggi da laboratorio condotti su pseudovirus, dove vediamo una riduzione minore rispetto a quella che si vede con altre varianti, come la sudafricana, che resta la peggiore da questo punto di vista. Sicuramente la variante Delta non metterà in crisi le campagne vaccinali».

«In alcuni contesti, in particolare in tutte le zone del Nord-Ovest dell’Inghilterra, limitrofe a Manchester, ci sono stati tanti casi, inizialmente nella comunità indiana. Tutte persone molto giovani e che non sono ancora vaccinate con la seconda dose. Per quanto in Inghilterra risulti una buona copertura, in realtà è ancora ben lontana dal garantire l’ipotetica soglia dell’immunità di gregge. Quindi non è sorprendente che i casi possano nuovamente crescere. In quelle zone i casi sono più che triplicati».

Per quanto riguarda la situazione israeliana l’affermazione è scorretta, come già illustrato in un recente articolo di Open sul tema. Non è dimostrata una nuova ondata di casi in Israele, dove la popolazione non è stata completamente vaccinata con entrambe le dosi, né si registra un incremento rilevante delle ospedalizzazioni. Infine, la maggior parte dei casi associati alla variante Delta non riguarda soggetti vaccinati.

I vaccini sono sempre virus attenuati?

L’autore del video ha una visione «conservatrice», per cui i vaccini devono essere sempre e solo virus interi attenuati. Ma un vaccino in quanto tale è qualcosa che induce una risposta del Sistema immunitario, tale da renderlo capace di riconoscere un patogeno prima che entri nell’Organismo. Esistevano già vaccini basati sui soli antigeni o su virus-split (frammenti di virus). I vaccini di nuova generazione raggiungono lo stesso scopo con più efficienza e in tutta sicurezza. Quelli a mRNA contengono il solo frammento genetico necessario alle cellule per produrre l’antigene; quelli a vettore adenovirale usano proprio virus interi e innocui che colpiscono i Primati non umani e trasportano ugualmente le informazioni per produrre l’antigene.

Un tempo viaggiare significava spostarsi a piedi o a cavallo. Oggi abbiamo le automobili e gli aeroplani. Il risultato è che ci spostiamo da un punto all’altro come prima, ma in maniera più efficiente. Nessuno si sognerebbe di dire che chi usa l’aereo non ha mai viaggiato. Ma forse agli albori del volo qualche anziano potrebbe averlo pensato: si chiama paura del cambiamento e sarebbe il caso di non alimentarla.

I vaccini di nuova generazione possono causare reazioni autoimmuni?

Arriviamo a un argomento trito e ritrito, quello dei vaccini di nuova generazione che potrebbero causare nel lungo periodo delle reazioni autoimmuni come il famigerato fenomeno ADE. Gli antigeni prodotti potrebbero essere tossici oppure lo sarebbero materiali metallici presenti nelle fiale, infine il codice genetico che trasportano potrebbe potenziare il virus. Per analizzare queste narrazioni abbiamo scomodato tre esperti in diversi ambiti: il microbiologo Luca Fanasca; il già citato Marco Gerdol e il biologo molecolare Francesco Cacciante.

Non sappiamo più come ripeterlo: per come sono fatti i vaccini e per come funziona, tanto SARS-CoV-2 quanto le nostre cellule, è puramente fantascientifico ritenere che possano modificarci geneticamente o provocare il tanto temuto fenomeno ADE, nel quale il virus userebbe gli anticorpi per potenziare la sua azione. Dopo tre fasi di sperimentazione clinica su ampi campioni di volontari e una quarta fase nella quale sono state vaccinate milioni di persone nel mondo, nulla di tutto questo è emerso.

Conclusioni

Ricordiamo che i vaccini proteggono dai sintomi, specialmente quelli gravi della Covid-19, non dall’essere positivi. Le varianti sono una conseguenza della pressione selettiva, data dal fatto che il virus continua a circolare. Nessun vaccino anti-Covid approvato in Europa e negli Stati Uniti è stato autorizzato senza aver dimostrato che i benefici superano di gran lunga i presunti rischi, i quali continuano a essere monitorati e verificati seriamente, anche quando frutto di mere segnalazioni, come abbiamo visto nei casi di trombosi associate ad AstraZeneca o quelli di miocardite per Pfizer.

In tutto il mondo da sempre le persone si ammalano e muoiono per i più disparati motivi. È pacifico quindi che se contemporaneamente milioni di persone vengono vaccinate, alcune morti o eventi avversi gravi si manifestino casualmente poco dopo la somministrazione. Questo permette a testate sensazionaliste di sfruttare casi controversi, come quello del ragazzo morto dopo la seconda dose o del bimbo deceduto durante il periodo di allattamento da parte della madre vaccinata. Si ha così un’immagine distorta della realtà, utile solo a generare allarmismi e preoccupazioni inutili.

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