Monitoraggio Iss, Rezza: «Verso una fase nuova: ma i numeri sono ancora alti». Marche in arancione – Il video

Scende l’incidenza dei casi Covid e l’indice di contagio va allo 0,93. In calo anche il tasso di occupazione dei posti di area medica e intensiva

Da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, arrivano buone notizie sull’andamento della pandemia del Coronavirus in Italia. «C’è una tendenza, anche se ancora lieve, alla decongestione delle strutture sanitarie – ha spiegato Rezza – I dati epidemiologici ci mostrano una situazione che sembrerebbe disegnare una fase nuova dell’epidemia ma, siccome i numeri sono ancora molto elevati, è bene continuare a mantenere comportamenti prudenti e completare il ciclo vaccinale con la dose di richiamo». Tende, invece, ancora a scendere l’incidenza di Covid-19 nel nostro Paese fissandosi a 1.362 casi per 100 mila abitanti e anche l’indice di contagio Rt è allo 0,93, «mentre il tasso di occupazione dei posti di area medica e intensiva è rispettivamente al 29,5 per cento e 14,8 per cento». Dunque in calo rispetto alla scorsa settimana.


Anche i nuovi casi non associati a catene di trasmissione sono in chiaro decremento. Ma intanto tre regioni sono a rischio alto di progressione della pandemia, 3 a rischio moderato e 15 a rischio basso. Secondo la bozza del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute nel periodo 12 gennaio 2022-25 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,93 (range 0,9-0,98), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica. Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=0,89 (0,88-0,9) al 25/01/2022 vs Rt=0,96 (0,94-0,99) al 18/01/2022.


Il report

Ma il report fa anche sapere che diverse regioni e province autonome hanno segnalato problemi nell’inserimento dei dati del flusso individuale e in particolare nella segnalazione della presenza di sintomi in tutti i casi diagnosticati. Nel documento si osserva inoltre una diminuzione dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 1362 ogni 100 mila abitanti tra il 28/01/2022 e il 03/02/2021 contro i 1.823 ogni 100 mila abitanti del periodo 21/01/2022-27/01/2021. Tre regioni sono classificate a rischio alto a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati; 3 regioni risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, una regione è ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Le restanti 15 regioni sono classificate a rischio basso. Sono 10 le regioni che riportano almeno una singola allerta di resilienza. Una regione riporta molteplici allerte di resilienza.

Sono solo la provincia autonoma di Bolzano con un valore di 2.288,7 e le Marche a 2.128,6 a registrare questa settimana una incidenza superiore a 2 mila casi ogni 100 mila abitanti, secondo quanto evince l’agenzia di stampa l’Ansa dalla scheda degli indicatori decisionali che accompagna il monitoraggio settimanale. Subito sotto si posiziona il Friuli Venezia Giulia a 1.963,5. Il valore più basso lo registra la Sardegna rispetto al valore medio nazionale. La maggiore occupazione di letti nelle terapie intensive per pazienti Covid si registra questa settimana nelle Marche, con un valore del 26,3 per cento. Seguono la Provincia autonoma di Trento al 24,4 per cento ed il Friuli Venezia Giulia al 21,1. Per quanto riguarda i reparti di area medica, invece, la maggiore occupazione di posti letto per pazienti Covid è rilevata questa settimana in Friuli Venezia Giulia (38,8 per cento), Liguria (38,3) e Sicilia (38,3).

Marche in arancione da lunedì 7

Proprio in virtù di questi numeri la regione Marche passerà dalla zona gialla a quella arancione. Il dato dell’occupazione delle terapie intensive è al 26,3 per cento e quello dell’area medica è al 33 per cento. Numeri da zona arancione: i parametri per il passaggio da gialla a arancione, infatti, prevedono il 20 per cento di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid e il 30 di posti nei ricoveri ordinari. Da lunedì 7 febbraio, dunque, il cambio di colore, come confermato dall’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Nel resto d’Italia, invece, i “colori” resteranno invariati.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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