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Covid, Ecdc: «La pandemia non è finita. Omicron potrebbe non essere l’ultima variante»

12 Febbraio 2022 - 10:31 Redazione
La direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Andrea Ammon avverte sull'idea ormai diffusa di un imminente ritorno alla normalità. «Covid-19 rimarrà con noi. Per ora tenere la mascherina negli spazi chiusi»

Lo aveva annunciato nel report settimanale del 21 gennaio: la variante Omicron è la mutazione dominante in tutta l’Unione europea. A distanza di poche settimane il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) avverte sulla tendenza di nazioni e governi a parlare di ritorno imminente alla normalità pre-Covid. «La pandemia non è finita ed è probabile che questo Covid-19 rimanga con noi», ha detto la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon. «Se ci sarà un cambiamento di approccio nelle misure saranno i Paesi a deciderlo. Attualmente vediamo un’enorme differenza tra le situazioni dei Paesi in Europa». Il riferimento è anche alle decisioni che nelle ultime settimane presidenti e governi hanno preso in termini di allentamento di restrizioni anti virus. «Se si vuole raggiungere una riduzione della contagiosità bisogna mantenere le mascherine nei luoghi dove non c’è distanziamento, quindi al chiuso. E poi il dispositivo anti Covid non è secondo me da considerarsi una misura invasiva». Su Omicron la percentuale di diffusione registrata da Ecdc in tutta l’Ue è del 69,4%. Alla luce del maggior numero di prove disponibili che dimostrano un rischio ridotto di ospedalizzazione associato a Omicron, l’impatto della variante viene classificato da Ecdc come «ridotto». Una valutazione che implica però da parte del Centro di controllo anche un avvertimento: «Quella dell’impatto ridotto non è una classificazione che può essere applicabile a tutta la popolazione in modo omogeneo. Il contagio con la variante Omicron può sortire effetti più o meno pesanti a seconda dello stato vaccinale del paziente, anche in base alla presenza o meno di precedenti infezioni, comorbidità e altri fattori predisponenti individuali».

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