Pechino 2022, il caso di Kamila Valieva dopo le lacrime a fine gara: «Mai più pattinatrici di 15 anni»

Il presidente del Cio critica la Russia per il trattamento riservato alla ragazza. Il numero uno della Federghiaccio: «Non è utile per il nostro sport avere campioni di 15 anni che l’anno dopo spariscono»

Il caso di Kamila Valieva, la pattinatrice 15 enne a cui il Cio ha concesso di gareggiare a Pechino 2022 nonostante un test antidoping positivo, continua a far discutere gli sportivi. Il quarto posto ottenuto con due cadute durante la gara di pattinaggio singolo femminile ha dato il via alle polemiche. Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), Thomas Bach in conferenza stampa al Main Media Center ha stigmatizzato la freddezza dello staff russo nei confronti della sportiva: «È stato agghiacciante vedere con quale freddezza è stata ricevuta dal suo entourage piuttosto che cercare di aiutarla, e se interpreti il linguaggio del corpo è ancora peggio». Durante la gara Valieva ha sbagliato gran parte dei salti poggiando due volte la mano sul ghiaccio e cadendo una volta. Il presidente della Federghiaccio Andrea Gios ha detto invece che il prossimo congresso della Federazione mondiale degli sport del ghiaccio (Isu) discuterà l’innalzamento dell’età per partecipare a un grande evento, con un minimo di 17 anni, per passare a 18. «L’Italia sostiene questa necessità insieme a molti Paesi. Non è utile per il nostro sport avere campioni di 15 anni che l’anno dopo spariscono. I campioni devono rimanere nella storia, come Katarina Witt, Carolina Kostner», ha osservato Gios.


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