Cosa vuole davvero Vladimir Putin: il Donbass, l’Unione Sovietica e l’Ucraina «creazione di Lenin»

Lo Zar dice che quella di Kiev è una nazione che non ha mai avuto una statalità. La decisione di invadere il Donbass non solo gli ritaglia un posto nella storia, ma lo rende anche il candidato indiscusso a governare la Russia per i prossimi 14 anni

L’obiettivo di Vladimir Putin è di ricostruire il territorio della Russia prima dell’Urss. Anna Zafesova su La Stampa oggi analizza il messaggio alla nazione russa con cui lo Zar ha annunciato l’invio delle truppe nell’Ucraina dell’est e il riconoscimento del Donbass. Ovvero una nazione che «non ha mai avuto una statalità» ed è una «creazione di Lenin». Una minaccia precisa visto il senso anticomunista della frase. Che, tradotta, significa: non avete nulla di vostro. Tutto quello che avete è un regalo dell’unione Sovietica. Che è una creazione dei comunisti. Ovvero una mutilazione internazionalista dell’impero russo. Il presidente ha costruito una filosofia revanscista e nazionalista. In questa ottica va inquadrato il pensiero di Putin. Che considera l’Ucraina un accidente della storia e non ne comprende l’indipendenza, considerata soltanto una conseguenza dell’ingerenza degli Stati Uniti nell’Europa dell’Est. E pazienza se nel frattempo la Borsa crolla impoverendo gli oligarchi. Pazienza anche se arriveranno conseguenze commerciali durissime. Putin, spiega Zafesova, ha sempre sacrificato i mercati alle ambizioni geopolitiche. Nella sua visione del mondo – esposta ieri senza mezzi termini – la decisione di invadere il Donbass non solo gli ritaglia un posto nella storia, ma lo rende anche il candidato indiscusso a governare la Russia per i prossimi 14 anni. «E l’interrogazione dei suoi terrorizzati membri del governo non è solo un modo per decidere chi eventualmente potrà succedergli: è una dimostrazione che nessuno può osare opporsi», conclude la giornalista.


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