Ucraina, Letta: «Sanzioni? Già devastanti, non serve fare rilancio. Il grande pericolo è che Putin ci ricatti»

Per il segretario del Pd la via diplomatica è ancora una volta l’unica arma possibile contro l’aggressore russo: «Al tavolo delle trattative ci siano anche Cina, India e Turchia»

«Il grande pericolo è che Putin ci ricatti». Parla così il segretario del Pd Enrico Letta sull’attuale crisi tra Russia e Ucraina. Il conflitto è diventato fin da subito una crisi internazionale che il mondo occidentale è chiamato ad arginare ma i metodi da utilizzare anche per Letta non possono essere quelli dell’aggressore russo. «Nessuno per parte nostra vuole un’escalation militare e nucleare. Il rischio è che il presidente russo la stia ponendo in termini ricattatori ma lo sforzo più grande da fare ora è portare Putin a un tavolo negoziale». Il segretario del Pd intervistato sul Corriere ribatte ancora una volta sull’importanza di scegliere la via diplomatica e per questo di coinvolgere anche soggetti terzi: «Servono mediatori che non siano né l’Europa, né gli Usa, né la Russia stessa», spiega, «penso a Cina, India e Turchia, i grandi Paesi che hanno un rapporto con l’Occidente ma allo stesso tempo hanno mantenuto un dialogo con Putin». In quanto all’Italia, Letta ribadisce che «il nostro Paese non sia in guerra con la Russia» e come si rifugga qualsiasi idea di escalation militare.


«Altre sanzioni? Quelle decise già devastanti»

«L’Europa sta facendo tantissimo», ha continuato il dem, «come il grandissimo accordo sul tema dello status di rifugiato temporaneo, dato a tutti coloro che escono dall’Ucraina. Dobbiamo dire al popolo russo che questo isolamento con le sanzioni è temporaneo e finirà solo quando si saranno rimesse le lancette della storia al 23 febbraio». E a proposito delle sanzioni contro Mosca il segretario aggiunge: «Per eventuali nuovi pacchetti di esenzioni siamo pronti a valutare con le proposte della Commissione. Si tratta di sanzioni più dure mai comminate e in qualche giorno porteranno al collasso l’economia russa». Per questo l’idea di un ulteriore inasprimento sembra non essere considerata così necessaria dal segretario: «Abbiamo già previsto punizioni devastanti, non serve ogni giorno un rilancio», ha concluso.


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