Ucraina, la deputata Segneri (M5s) non voterà il decreto: «No alle armi. Mariupol? La propaganda c’è ovunque»

Il suo partito voterà a favore del decreto, ma la pentastellata dice di non teme l’espulsione: «Il Parlamento italiano non deve sovraesporsi. E l’invio di armi non risolverà le cose»

Voterà «contro» il decreto sull’invio di armi in Ucraina la deputata del Movimento 5 stelle Enrica Segneri che, in un’intervista a La Stampa, dice di essere contraria al collegamento in videoconferenza con il presidente Volodymyr Zelensky in programma alla Camera dei deputati. «Non credo che il Parlamento italiano debba sovraesporsi in questo modo rispetto ad altri parlamenti – è la sua posizione -. Zelensky giustamente ha già fatto un incontro al Parlamento europeo», evidenzia la deputata cinquestelle, secondo cui quindi «non c’è bisogno» di un collegamento con l’Aula italiana. Nell’opinione della parlamentare, l’invio di armi al Paese colpito dall’offensiva russa dallo scorso 24 febbraio «non risolverà le cose»: «Inviare armi per aiutare civili e bambini a non essere uccisi non sta funzionando», scandisce la deputata secondo cui è necessario preferire «la via diplomatica». Il voto di Segneri sarà dunque opposto a quello espresso dal suo partito, ma la parlamentare dice comunque di non tempere l’espulsione: «Se arriveranno provvedimenti ne prenderò atto, ma il timore di essere espulsa non mi farà cambiare idea». Quanto ad alcuni degli eventi di guerra più atroci andati in scena negli ultimi giorni nelle aree calde del conflitto – come per esempio l’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol – Segneri preferisce non parlare: «Non è chiaro come siano andate realmente le cose – è la sua obiezione -. In guerra, da che mondo è mondo, la propaganda c’è sia da un lato che dall’altro».


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