Quanti voti è costata a Matteo Salvini la contestazione del sindaco polacco con la maglia di Putin

Secondo Swg il Carroccio ha perso lo 0,8% dei consensi in sette giorni, scendendo dal 17% al 16,2%. Rovinando così il trend degli ultimi mesi

Quanti voti è costata a Matteo Salvini la beffa di Przemysl? La contestazione da parte del sindaco della cittadina polacca Wojciech Bakun con tanto di maglietta di Vladimir Putin sventolata sotto il naso del leader della Lega è stata il clou della “missione di pace” di Salvini in Polonia. E, spiega oggi Repubblica, ha fatto perdere 260 mila voti al Capitano. Secondo Swg il Carroccio ha perso lo 0,8% dei consensi in sette giorni, scendendo dal 17% al 16,2%. Rovinando così il trend degli ultimi mesi nelle rilevazioni campionarie. E i meme pubblicati dal primo cittadino non hanno certo aiutato il Capitano. Visto che oggi la Lega è al punto più basso dal maggio 2019, ovvero da quelle elezioni europee che avevano incoronato il partito e spinto Salvini a cercare di dare il benservito a Conte con la crisi del Papeete.


La beffa di Przemysl

Ora il Capitano deve fare i conti con i risultati. Che dicono, come fa notare al quotidiano il direttore di Demopolis Pietro Vento, che la Lega ha dimezzato in meno di tre anni il risultato delle Europee. Anche a causa delle tante giravolte del Capitano, passato dall’appoggio a Putin all’Alleanza Atlantica così come in Europa è passato dal sostegno a Marine Le Pen a quello a Mario Draghi. Una svolta che nel partito è stata apprezzata, vista la tendenza filogovernativa di molti. Ma che ha permesso a Giorgia Meloni di scavalcarlo nei sondaggi. Lui intanto ha diradato gli appuntamenti con la stampa e si è concentrato sugli aspetti pratici della crisi di Kiev.


Ovvero il caro bollette, l’aumento del prezzo della benzina e le ripercussioni sui beni alimentari. Senza però riuscire, per ora, a scaldare i cuori dell’elettorato potenziale. Ma non è tutto. Perché Salvini ha detto che in Polonia vuole tornare «ma senza giornalisti». E intanto ha individuato un responsabile della beffa di Przemysl: l’ambasciatore italiano in Polonia Aldo Amati. Il quale non lo avrebbe messo in guardia contro i pericoli di una contestazione. Accuse respinte dalla Farnesina, visto che Amati avrebbe invece consigliato a Salvini di non partecipare a conferenze stampa con il sindaco.

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