É grave la siccità che sta colpendo il Nord Italia, che non riceve precipitazioni significative da ben cento giorni. Il Po è in secca e la sua portata è minore di quella che normalmente si registra a ferragosto, quando la richiesta idrica per le coltivazioni è al massimo. L’Osservatorio sulle crisi idriche lancia l’allarme: «Gli affluenti Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici dal 1972», mentre la portata della Dora Baltea, dell’Adda e del Ticino è appena un quarto di quella normale. Al Ministero della Transizione Ecologica preoccupa particolarmente la situazione degli agricoltori, che hanno difficoltà a irrigare i campi già all’inizio della stagione e per i quali l’autorità chiede deroghe per i prelievi idrici. Una siccità invernale è particolarmente problematica perché l’assenza di neve sulle montagne priva la stagione calda dell’afflusso d’acqua necessario a garantire la salute delle colture. Si prevede infatti sofferenza per alcune coltivazioni tipiche della Valle del Po, come il riso e il mais, entrambe particolarmente idrovore.
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