Il medico diventato soldato: «Non abbiamo scelta, solo resistere. Putin? Uno psicopatico con la bomba nucleare»

Roman Sologub lavorava nelle ambulanze. Si è arruolato nel 2015

Roman Sologub ha 45 anni, è un medico ucraino, in tempo di pace lavorava sulle ambulanze. Oggi, racconta a La Stampa, è un volontario dell’esercito di Kiev. «Sono il capo del dipartimento di evacuazione di una brigata di fanteria motorizzata. Nel 2015 mi sono offerto volontario nel primo ospedale di Debaltseve nel Donbass. È stato naturale tornare qui». Sologub spiega che la situazione al fronte è drammatica: i russi avanzano, prendono città e posizioni strategiche, l’esercito ucraino risponde come può: «Ma non abbiamo scelta. Non abbiamo neanche il diritto di stancarci. Solo un’opzione: resistere». E questo per un motivo ben preciso: «Perdere significherebbe tornare indietro di decenni. Tutti i nostri diritti verrebbero distrutti. Non perderemmo semplicemente l’opportunità di vivere, lavorare e viaggiare in Europa. Saremo portati nel campo di concentramento che adesso è diventata la Russia. Personalmente io, in quanto medico volontario dell’esercito, se ci arrendiamo, verrò catturato e non vedo scenari ottimistici per il mio futuro».


E secondo lui anche l’Europa dovrebbe prendere coscienza: «Per 8 anni il mondo intero ha cercato di riconciliarsi con Putin. Non ha funzionato. Non funzionerà. Perché lui vuole ricostruire l’ordine mondiale, non un pezzo di Ucraina. Le sue armi sono il terrore, la propaganda e il bluff. Noi stiamo lottando per la nostra libertà. La Russia e Putin stanno combattendo per la grandezza illusoria di un impero già inesistente. Ecco un’analogia diretta con Hitler, che non è stato fermato in tempo. Il mondo non deve ripetere gli stessi errori di allora. Cosa aspettate? Quali altre prove vi servono? Lo psicopatico con la bomba nucleare continuerà a terrorizzare tutti?».


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