Ciciliano (Cts): «Ecco perché la quarantena deve durare sette giorni e quando non si è più infettivi»

Il dirigente medico della PS: «Dopo una settimana diminuiscono le probabilità che un individuo possa trasmettere l’infezione»

Il dottor Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) fino al 31 marzo, spiega oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera perché è utile non ridurre la quarantena, attualmente fissata a sette giorni dal ministero della Salute. «Abbreviare l’isolamento significherebbe avere in circolazione più persone positive capaci di contagiare gli altri, perché a cinque giorni dal contagio il virus ha una maggiore probabilità di essere ancora presente rispetto a sette», esordisce. «In altre parole, dopo una settimana diminuiscono le probabilità che un individuo possa trasmettere l’infezione. Quindi alla luce di queste considerazioni appare utile non cambiare la durata dell’isolamento, spesso confusa con la quarantena che riguarda il contatto stretto delle persone sane con un positivo. Con il nuovo decreto la quarantena lascia il passo all’ autosorveglianza per tutti». Per Ciciliano «i risultati della campagna nazionale di vaccinazione hanno dato un contributo formidabile alla difesa della popolazione dalle forme più gravi di Covid. Il 95% degli italiani over 12 ha effettuato almeno una dose o si è immunizzato naturalmente poiché ha preso l’infezione ed è guarito da meno di sei mesi. Con questi numeri si può pensare a un graduale, ultimo allentamento delle misure scattate lo scorso ottobre 2021 prima all’aperto e poi al chiuso».


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