«È filo-putiniano»: la mozione per le dimissioni di Savoini spacca il centrodestra in Lombardia. La Lega insorge

«Qualcosa è andato storto nel centrodestra, non escludiamo ricadute politiche», ha commentato il capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale

Il giornalista Gianluca Savoini, leghista e presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia, è stato «invitato» a rassegnare le dimissioni da vicepresidente del Corecom Lombardia, l’organismo indipendente che svolge funzioni di governo, garanzia e controllo in materia di comunicazioni nella regione. Il Consiglio regionale della Lombardia, con voto segreto, si è espresso a favore delle sue dimissioni dal Corecom. Con 34 voti favorevoli e 32 contrari, è stata approvata la mozione presentata dal consigliere di +Europa – Radicali Michele Usuelli, sottoscritta anche dall’intero centrosinistra, in cui venivano espresse perplessità e dissenso rispetto alla permanenza di Savoini ai vertici dell’organismo garante della libera informazione nella regione. «Per sua stessa ammissione è incondizionato ammiratore di un regime nemico della libertà di stampa e della verità», si legge nella mozione che lo invita a rassegnare le dimissioni. Ma il voto su Savoini ha creato anche una frattura all’interno della maggioranza del Consiglio regionale lombardo, passata proprio grazie al voto favorevole di almeno 6 franchi tiratori tra le fila del centrodestra.


Dopo il voto, il capogruppo lombardo della Lega in Consiglio regionale, Roberto Anelli, ha sottolineato che «qualcuno ha votato a favore di premesse che per noi erano inaccettabili, e non esageriamo pensando che ci possa essere una ricaduta politica, ma di sicuro è un qualcosa che non funziona per quanto riguarda la maggioranza». Tra le «premesse» ritenute inaccettabili e «strumentali» da parte del Carroccio erano presenti le motivazioni presenti nella mozione per le dimissioni di Savoini, ritenuto uno degli uomini chiave nello scandalo fondi Russia – Lega, oltre a essere «noto per le sue posizioni ed iniziative apertamente e dichiaratamente filo-russe e per gli stretti legami con esponenti di primo piano del regime di Putin, posizioni e legami mai messi in discussione né rinnegati». E ai giornalisti che chiedevano se i rapporti con la Russia di Savoini avessero influito sul voto per la sua “decadenza” dal Corecom Lombardia, il consigliere Anelli ha risposto: «Chi non è stato vicino alla Russia? Ho trovato foto di politici di destra e sinistra che stringevano mano a Putin. Poi certo, dopo un attacco come quello in Ucraina non si può più essere vicini al presidente russo».


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