Strage di Bucha, la Russia nega di essere coinvolta. Tutto quello che non torna tra i fatti e le dichiarazioni di Mosca – L’analisi

La Russia nega che le proprie truppe siano responsabili della strage nella città alle porte di Kiev. Ma le analisi delle immagini e dei video raccolte nella città non coincidono con alcune dichiarazioni del Cremlino

La Russia nega ogni coinvolgimento nella strage di Bucha, la città alle porte di Kiev in cui i militari russi hanno massacrato almeno 410 civili prima della ritirata. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha definito «false» le immagini dei civili uccisi abbandonati per strada, mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sostenuto che le immagini «non possono essere affidabili», denunciando presunti segni di «manomissione» e «falsificazione» nelle immagini diffuse dalle autorità di Kiev, ma anche dai media locali e internazionali presenti sul posto, sostenendo anche che «la sequenza degli eventi non consente di attribuire ai militari russi le responsabilità» della strage. Da Mosca, inoltre, è partita anche la richiesta di convocazione di una sessione del Consiglio di sicurezza dell’Onu per presentare le prove dell’estraneità della Russia da quanto accaduto a Bucha, definendo il massacro una «palese provocazione dei radicali ucraini».


Secondo quanto riferito dal Cremlino, durante il periodo di occupazione russa, «nessun residente è stato vittima di violenze e tutti i cittadini di Bucha erano liberi di muoversi liberamente all’interno della città». Ma la posizione di Mosca, e le diverse dichiarazioni, risultano essere in grande contrasto con quanto accaduto. Oltre all’analisi delle immagini satellitari pubblicate in esclusiva dal New York Times, in cui si vedono diversi cadaveri abbandonati per strada per settimane, nel periodo in cui le truppe russe avevano preso il controllo di Bucha, anche il sito investigativo Bellingcat ha messo in luce numerose incongruenze nella cronologia delle dichiarazioni della Russia, così come sulle presunte false immagini che testimonierebbero la responsabilità delle truppe russe della strage.


La cronologia del ritiro delle truppe russe

Secondo quanto riferito del Ministero degli Esteri russo Lavrov, i militari russi si sarebbero ritirati da Bucha lo scorso 30 marzo, dichiarando che «le cosiddette prove dei crimini a Bucha non sono emerse fino al quarto giorno dopo il ritiro dei militari russi», vale a dire tra il 2-3 aprile. A sostegno di tale tesi, Lavrov ha allegato un video pubblicato dal sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, in cui sosteneva che la città fosse tornata sotto il controllo dell’Ucraina il 31 marzo 2022. Tuttavia, nella mattina del 1 aprile è stato pubblicato su Telegram un video in cui Taras Shapravsky, segretario del consiglio comunale di Bucha, dichiara: «Al momento la città di Bucha è ancora occupata (dai russi, ndr), sono presenti molte mine e cadaveri per strada. Di conseguenza vi chiediamo di non avvicinarvi a oggetti potenzialmente pericolosi. Continua la liberazione della città con le Forze Armate dell’Ucraina che stanno lavorando per riconquistare ogni metro della nostra terra». Le prime immagini e notizie da Bucha sono iniziate ad apparire sui social e sulle testate giornalistiche locali e internazionali tra l’1 e il 2 aprile 2022 (a questo link il primo articolo apparso su Open sulla strage di Bucha, pubblicato in data 2 aprile 2022).

I primi video della strage di Bucha

Sempre seguendo le verifiche effettuate da Bellingcat i primi video che testimoniavano la strage di Bucha sono stati diffusi online dal 1 aprile, vale a dire due giorni prima rispetto alla data del 3 aprile, come dichiarato da Mosca. Come riporta il sito investigativo «un video condiviso su Telegram alle 18:18 BST (20:18 in Ucraina) e un video condiviso su Twitter alle 21:02 BST il 1 aprile 2022 mostrano cadaveri che giacciono in Yablunska Street a Bucha. Altri video provenienti dalla stessa strada sono stati pubblicati tra il 1 aprile e il 2 aprile 2022 possono essere trovati a questo link».

I video con i cadaveri in falso movimento

Malgrado le discrepanze temporali sulla pubblicazione dei video con le immagini dei cadaveri per le strade di Bucha, questi video sono stati utilizzati come “prova” anche dal Cremlino, a sostegno delle tesi di manipolazione da parte dell’Ucraina. Secondo Mosca in alcuni video le persone prive di vita abbandonate ai margini delle strade «si muovevano» e, dunque, «i video sarebbero falsi». In un video, rilanciato anche da Mosca, un uomo morto avrebbe mosso un braccio. Il video è stato ricondiviso da Dmitry Polyanskiy, il vice rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, che ha dichiarato: «L’Ucraina sta creando falsi per compromettere l’esercito russo? Quali falsi? Dimentica questo video in cui un “cadavere” agita improvvisamente la mano! È tutta propaganda russa! La prossima volta troveranno semplicemente attori migliori!». Il debunker Shayan Sardarizadeh ha però ha verificato se l’affermazione della «mano in movimento» fosse fondata, dimostrando però che risulta più probabile che l’elemento in movimento presente nel video sia una goccia d’acqua che scende dal parabrezza dell’auto da cui son state riprese le immagini.

Ci sono poi le fotografie di AFP e Getty Images che mostrano i cadaveri presenti nei video del 1 aprile ancora abbandonati giorni dopo, il 3 aprile. Il collaboratore di Bellingcat, Benjamin Strick, ha trovato altri video con i presunti “cadaveri in movimento”, ripresi però da diverse angolazioni, dimostrando come questi fossero rimasti nello stesso punto e dunque fossero persone decedute e abbandonate.

Lo stesso video è stato sottoposto a fact-checking da Open nell’articolo del 3 aprile La teoria del complotto russa sulla strage di Bucha, dal «braccio che si muove» al «cadavere seduto», con le seguenti conclusioni: «Non è presente alcuna braccio mosso da un cadavere a terra, così come non risulta che un corpo a terra si sia seduto dopo il passaggio di un auto. Non risulta, inoltre, che le forze armate russe si siano ritirate completamente il 30 marzo 2022, mentre l’annuncio dell’avvenuta liberazione risulta essere del primo aprile sera». Il 4 aprile, l’ambasciatore di Mosca all’Onu, Vassily Nebenzia, ha dichiarato che «le accuse di atrocità contro i civili da parte delle truppe russe sono solo una provocazione, una messa in scena, i nostri militari non hanno fatto nulla di quello di cui sono stati accusati. Non è quello che è successo e abbiamo prove che proporremo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu». In attesa che Mosca presenti le controprove, al momento risulta indiscutibile che a Bucha vi sia stata una strage di civili e che le truppe russe hanno completamente lasciato la città non prima della sera del 1 aprile 2022, e non il 30 marzo, come dichiarato dal Cremlino.

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