L’Ue potrebbe introdurre dazi su petrolio e carbone russi, divieti di importazioni per 9 miliardi di euro

La stretta dopo il massacro di Bucha: anche 10 miliardi di esportazioni potrebbero venire bloccati

«C’è la possibilità di mettere una tariffa significativa sulle importazioni di petrolio e carbone russo»: lo scrive il Wall Street Journal, rivelando che l’Europa sta esaminando l’ipotesi in vista del nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, «nel tentativo di incoraggiare gli stati membri a ridurre rapidamente l’uso» delle fonti energetiche russe. Non è l’unica opzione che i deputati europei stanno valutando: le idee sul tavolo vanno dal «pacchetto di sanzioni separato che potrebbe includere il petrolio e il carbone da introdurre gradualmente nel tempo» all’applicazione di dazi sull’import di petrolio e carbone russo come incentivo a sganciarsi dalle due risorse.


Il dibattito in corso in Europa

Il massacro di Bucha ha accelerato il lavoro dell’Ue sulle nuove sanzioni contro Mosca. Domani, mercoledì 6 aprile, ci sarà la nuova riunione dei 27 ambasciatori dei Paesi Ue (Coreper) per approvare il nuovo pacchetto di provvedimenti. Secondo quanto riportato dal Financial Times nel documento potrebbero entrare anche «misure più individuali, il blocco delle navi russe dai porti dell’Ue e più restrizioni alle esportazioni». Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, che guida la presidenza di turno dell’Ue, ha confermato: «I Ventisette hanno indicato la loro determinazione ad ampliare la lista delle personalità e delle imprese assoggettate a sanzioni, e hanno indicato la loro volontà di includere nelle sanzioni il settore energetico, in proporzioni e seguendo un calendario da definire». L’inclusione dell’energia all’interno del quinto pacchetto di sanzioni Ue in corso di definizione è stato confermata anche dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Nelle proposte che i partner Ue riceveranno dalla Commissione rientra il divieto di importazioni di carbone, legno, prodotti chimici e altri prodotti per un valore di circa 9 miliardi di euro all’anno, oltre a un divieto di esportazione verso la Russia per altri 10 miliardi di euro l’anno in semiconduttori, computer, tecnologia per il gas Gnl e altre apparecchiature elettriche e di trasporto.


Mosca sempre più isolata

Il ministro degli Esteri italiano, Lugi Di Maio, ha detto che l’Italia non si tirerà indietro ed è pronta a sanzionare il gas russo. Berlino, dopo aver dichiarato di volersi sganciare dalle forniture energetiche da Mosca, ieri ha frenato affermando che non è possibile «per il momento» interrompere del tutto l’import di gas dalla Russia. Usa e Gran Bretagna hanno annunciato a inizio marzo l’azzeramento delle importazioni di petrolio dalla Russia, sempre più isolata a livello economico.

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