Spese militari, Cacciari contro il Pd: «Dimenticano la loro storia e fanno marchette alla Nato»

Il filosofo: «Ci dicono che bisogna combattere ma non si fanno domande sulle cause del conflitto»

Il Partito Democratico dimentica la sua storia per sostenere il riarmo. Lo dice il filosofo Massimo Cacciari in un’intervista rilasciata oggi a il Fatto Quotidiano. «È incredibile vedere una forza politica dimenticare tutto ciò che ha ereditato in materia, tutto quel pensiero critico – giusto o sbagliato che fosse – nei confronti della politica atlantica, del ruolo dell’Europa come ponte tra Est e Ovest, tutte queste idee che hanno formato la coscienza politica di parte della Dc e della totalità di Pci e Psi. Accetterei se qualcuno alzasse la mano per dire: “Ci eravamo sbagliati”. Ma siccome questo non succede, devo dedurre che abbiano dimenticato la propria storia», esordisce nel colloquio con Lorenzo Giarelli. Per Cacciari il problema non è solo il Pd: «I partiti oggi sono gruppi dirigenti che si mobilitano per prendere i voti, seguendo le correnti di opinione più che formandone. Il dissenso, su questo come su altri temi legati alla guerra, viene spesso criminalizzato».


E questo è «il risultato di un percorso che va avanti da 20 anni, per cui al confronto e al dialogo si preferisce una fortissima tendenza al compattamento, soprattutto intorno all’esecutivo. Quando accadono fatti come la guerra, che naturalmente spaventa la popolazione, allora la società civile chiede ancor di più di stringersi intorno al capo. Stringiamci a coorte. Tutto ciò che è discussione viene meno o è percepito addirittura come un ostacolo, un impedimento». Ma Cacciari non ci sta: «Ci dicono che bisogna combattere, fregandosene delle cause del conflitto e delle domande. E allora il ragionamento è: o stai di qua o stai con il nemico. Per quanto mi riguarda, sento di avere la schiena dritta e continuo a dire quello che penso».


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