«I miei calunniatori mi danno della vittima, ma io sono un guerriero, forgiato nello scontro e nella lotta, non ho paura dei poteri forti che potrebbero colpirmi. Io non ho paura di Draghi, dei suoi ministri, non ho paura di tutti i parlamentari e di tutte le università che mi attaccano. Non sono una vittima, sono un guerriero della cultura e continuerò a parlare tutti i giorni». Parla così Alessandro Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale dell’università Luiss e docente di Sociologia del Terrorismo, durante l’incontro a Roma (e online) della “Commissione Dubbio e Precauzione”. Una “commissione” che nei mesi scorsi si è scagliata contro il Green pass e l’obbligo vaccinale, e di cui fanno parte Giorgio Agamben, il filosofo Massimo Cacciari, il giurista Ugo Mattei e il giornalista ed ex direttore di Rai2, Carlo Freccero. Questa volta, il tema del dibattito contro “la narrazione mainstream“, contro il “pensiero unico dominante”, è stata la guerra russa in Ucraina. E il professore della Luiss, finito recentemente al centro dei dibatti dei salotti televisivi italiani e dei social per le sue posizioni ritenute filo-russe, ha dichiarato si essere stato «aggredito, intimidito, minacciato, spaventato, assediato». Tuttavia, non intende farsi da parte «perché dobbiamo fronteggiare e contrattaccare delle forze potentissime». E alla luce di ciò, Orsini rilancia: «Bisogna discutere di qualsiasi argomento, senza timore di violenze psicologiche e di attacchi, come quelli che hanno interessato la mia persona».
Ma il pensiero di Orsini sembra volgere oltre la guerra in Ucraina. Tra i suoi obiettivi sembrerebbe esserci quello di creare una «comunità politica che discuta di qualsiasi argomento liberamente, senza violenze e minacce, che non si faccia corrompere da offerte economiche. Non bastano gli sfoghi, serve una strategia: dobbiamo studiare le mosse per raggiungere l’obiettivo sul fronte culturale», cogliendo «le opportunità strategiche che la guerra in Ucraina offre al nostro Paese: voglio creare un Paese più libero». Dopodiché il prof della Luiss torna sul tema della guerra in Ucraina, lanciando un attacco all’esecutivo italiano che, a suo dire, «sta mettendo in campo una strategia fallimentare sulla guerra in Ucraina e le azioni intraprese dal governo Draghi avranno conseguenze disastrose per un sacco di imprese italiane e faranno, e stanno già facendo, male agli ucraini». E per far fronte a ciò, secondo il professor Orsini, «bisogna saper non arretrare di fronte alle proprie idee, fornendo così modelli interpretativi alternativi», perché «dietro alla narrazione dei mass media ci sono enormi interessi elettorali».
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