La preside del Montale: «Un incubo, sono stata “interrogata” per 10 ore. E ora c’è chi non mi saluta più»

A “Porta a porta” la dirigente scolastica Sabrina Quaresima, accusata di aver avuto una relazione con uno studente di 19 anni

«All’inizio, quando alcuni docenti mi hanno riferito delle voci, mi sembrava un incubo, sembrava quasi che si parlasse di qualcuno che non ero io. Mi dicevo “magari è solo una voce che si spegne così come è venuta fuori». A parlare, a Porta a porta, è la preside del Montale di Roma, Sabrina Quaresima, accusata di aver avuto una relazione con un alunno di 19 anni. Circostanza che lei ha sempre smentito (e che, comunque, non costituisce reato): «Non c’è mai stata alcuna relazione». Quaresima – che disconosce quelle chat pubblicate sui giornali – ha conosciuto il ragazzo durante l’occupazione del liceo, alla fine dello scorso anno, quando l’ha aiutata in un momento in cui «si sentiva molto sola». Forse il fatto di aver aiutato la dirigente a individuare i nomi delle persone che occupavano l’istituto scolastico potrebbe avergli fatto inimicare i compagni. Quando sono cominciate a comparire delle scritte sui muri – ha proseguito Quaresima – «allora ho capito che qualcuno ce l’aveva con me». Anche se mai avrebbe immaginato che un pettegolezzo di questo tipo sarebbe poi finito sui giornali: lo aveva derubricato a «un’invenzione di un ragazzo che voleva darsi delle arie».


I genitori del ragazzo

In tutto questo i genitori del ragazzo non avrebbero mai avuto un colloquio con lei. Mai un confronto. «Se fossero stati indignati, mi avrebbero contattato e questo non è successo», ha spiegato lei. C’è, però, un particolare: i genitori sarebbero già andati a scuola a parlare dell’accaduto nel periodo in cui la preside era a casa per Covid. «Ho ragione di credere che siano stati convocati», dice. Ma in sua assenza. Come mai? Qualcuno voleva fargliela pagare? È quello che fa ipotizzare anche il suo legale, intervistato da Open. E qui Quaresima, intervistata da Bruno Vespa a “Porta a porta”, introduce uno degli argomenti più spinosi della vicenda: i rapporti con i suoi collaboratori, tra cui l’ex vicepreside che ha poi sollevato dall’incarico. «Ha avuto un modo poco rispettoso di rivolgersi alla mia persona. Io sono stata considerata un’intrusa, una persona che voleva toglier loro dei privilegi. Ora qualcuno degli insegnanti non mi saluta più, ma sono una minoranza». E il ragazzo? «L’ho incontrato due volte, sporadicamente, “buongiorno, buongiorno”. All’inizio avevo tentato anche di contattarlo per capire cosa stesse accadendo ma non ho ricevuto risposta».


Il colloquio di 10 ore e mezza con l’ispettrice

Quaresima – che al Montale forse non era amatissima dopo aver «suggerito un abbigliamento consono all’ambiente scolastico», fatto che è stato «frainteso» dai ragazzi – ha detto di avere il numero di tutti i rappresentanti d’istituto, tra cui quello del ragazzo di 19 anni che, però, era in surroga (infatti successivamente non è stato eletto). I due hanno avuto interazioni solo «su faccende scolastiche, nulla di privato». A sostenerla, intanto, in tutte queste settimane, è stato il marito «eccezionale» che non le ha mai chiesto di «questa fantomatica relazione», ha subito capito che «si trovava in un ambiente ostile». Anche perché Quaresima, per spiegare le sue ragioni, è stata sentita da un’ispettrice dell’ufficio scolastico regionale per ben 10 e ore e mezza. «Un interrogatorio che mi ha provato molto, dalle 8.20 del mattino alle 19.30 della sera, con una piccola pausa». All’ufficio scolastico – ha scoperto la dirigente – era arrivato un esposto. Da parte di chi? Nessuno lo sa, nemmeno la preside che, intanto, ha registrato la solidarietà dei suoi ex allievi (che hanno mandato una lettera proprio a Open) e della sorella che ha aperto per lei una pagina di sostegno su Facebook. Insomma, Quaresima è stata vittima di «una gogna mediatica», frutto forse di una «strumentalizzazione». I risultati dell’ispezione ancora, però, non si conoscono.

Foto in copertina: RAI 1/PORTA A PORTA

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