Lockdown a Shanghai: le proteste dei cittadini per la scarsità di cibo e acqua – Il video

Sempre di più i video di denuncia diffusi sui social cinesi: animali domestici uccisi, bambini positivi portati via dai genitori, persone picchiate in strada

Dopo un lockdown imposto a macchia di leopardo dagli inizi del mese, tutti e 25 i milioni di abitanti di Shanghai sono costretti a casa dal 28 marzo, nel tentativo di limitare la diffusione dei contagi nella città, che ieri domenica 10 aprile ha registrato oltre 25 mila casi. Le modalità adottate dalle autorità sanitarie locali, però, iniziano a far discutere per la loro brutalità: animali domestici uccisi perché a rischio di positività, cibo e acqua sempre più scarsi per chi è rinchiuso in casa, bambini prelevati dalle loro famiglie e portati in ospedali-hangar. Sono sempre di più i video di denuncia diffusi sui social cinesi e ripresi da diversi utenti su Twitter, Instagram e TikTok. Tra questi anche la giornalista Selvaggia Lucarelli che descrive, sul suo profilo Instagram e in un’intervista a un’italiana residente a Shanghai per Domani, la situazione di disagio in cui versa la città.   


«Non c’è cibo a sufficienza, le persone si svegliano alle cinque del mattino sperando di potersi accaparrare qualcosa tramite app. Procurarsi cibo e acqua è diventato un lavoro giornaliero – spiega la manager italiana Lucia a Lucarelli – Su Wechat ci si mette d’accordo col palazzo per organizzare acquisti collettivi. Per il cibo il governo ha fatto consegne a quasi tutte le unità familiari, io ho ricevuto un pacco vegano, ma non è sufficiente». Simili le altre denunce: su Instagram un utente segnala come il Governo abbia totalmente abbandonato a sé stessi i cittadini in quarantena, fornendo scarse razioni di cibo e non consegnando l’acqua, perché si può «bollire quella del rubinetto, tanto ha solo metalli pesanti e non batteri».  


Su Weibo e WeChat è ormai virale il video di un addetto sanitario in tuta bianca che picchia a sangue un cane per strada. In altri video si vedono gatti domestici ancora vivi dimenarsi nei sacchi della spazzatura buttati per strada, e animali sottoposti ai tamponi, anche i pesci nelle vasche dei mercati. Altrettanto gravi le testimonianze video che circolano sui social cinesi sul trattamento riservato ai positivi: a molti viene bloccata la porta di casa con spranghe e catenacci. Ma sono molti di più i casi in cui vengono prelevati dalle loro abitazioni e trasportati in strutture apposite: i più «fortunati» vengono portati in piccoli nuclei abitativi indipendenti o hangar forniti di brandine, altri si devono accontentare di scatole di cartone adibite a letti. Lo shock maggiore è per i bambini positivi al Covid-19, separati dalle famiglie e radunati in strutture ospedaliere affollate.

«È la prima volta in sette anni che sento il popolo lamentarsi», scrive un utente su Instagram. Diversi video, infatti, mostrano vari movimenti di protesta in corso nella città, dai fischi provenienti da centinaia di appartamenti durante la notte, a masse di persone che hanno deciso di scendere in strada per manifestare la propria frustrazione. La reazione delle autorità, come testimoniato dalle immagini, è piuttosto violenta: persone rincorse per strada, picchiate, bloccate a terra dai militari. In un altro video diffuso su Twitter, si vede una folla assaltare un supermercato alla ricerca di cibo.

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