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No! Nessun carabiniere «senza infamia e senza lode» ha scritto questa lettera a Ilaria Cucchi

12 Aprile 2022 - 18:14 Antonio Di Noto
La presunta lettera insinua che Ilaria Cucchi abbia contribuito con il suo comportamento alla morte del fratello, ma nel farlo menziona diverse falsità

Su Facebook circola il testo di una presunta lettera che sarebbe stata inviata da un carabiniere a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi. Di Cucchi si è tornato a parlare in questi giorni per via della condanna per depistaggio data a otto carabinieri che hanno cercato di nascondere il pestaggio a causa del quale l’uomo morì nel 2009. Da allora Ilaria Cucchi si è battuta perché si sapesse la verità sulla morte del fratello.

Per chi ha fretta

  • La lettera circola da anni sui social come “catena di Sant’Antonio” e non è stata scritta da nessun carabiniere;
  • Inoltre, il testo contiene diverse falsità riguardo il caso Cucchi.

Analisi

La lettera accusa Ilaria Cucchi aver trascurato il fratello, lasciando intendere che, se la sorella si fosse occupata di lui con maggior dedizione, Stefano sarebbe ancora vivo. Di fatto, l’intento è quello di deresponsabilizzare i carabinieri che lo hanno ucciso. Il testo completo della lettera è:

LETTERA APERTA A ILARIA CUCCHI:
Cara Sig.ra Ilaria Cucchi,
sono un carabiniere senza infamia e senza lode, un onesto lavoratore, e volevo dirle che poche parole si possono trovare per commentare questa assurda tragedia, stante che quanto accaduto a suo fratello è qualcosa di aberrante, atroce, ingiusto, qualcosa che non avrebbe mai dovuto succedere. Lei non ha mollato fino alla fine e grazie alla sua caparbietà ora giustizia è stata fatta. Chi ha pestato e ucciso Stefano non era evidentemente degno di portare la divisa che indossava.
Ma questi soggetti non devono pagare solo per Cucchi, per Lei e per i suoi familiari, devono pagare per tutti quegli UOMINIi che dentro quella DIVISA ci mettono l’anima, il CUORE, il SUDORE e molto spesso ci rimettono la loro stessa VITA, per il bene di tutti e ciò per POCHI SOLDI. Perchè il loro è un SACRIFICIO quotidiano che non puó e non deve essere INFANGATO DA 4 DELINQUENTI.
Suo fratello meritava di più, meritava assistenza, aiuto, comprensione, meritava di tentare l’ennesimo percorso di recupero e non certo di morire in questo modo.
Cara Sig.ra Ilaria Cucchi, non dimentichi però che quando suo fratello è stato arrestato e a sua madre è stato chiesto di nominare un avvocato di fiducia, in risposta, al telefono, sono volati solo insulti nei confronti di Stefano, e sua MADRE aggiunse che NON AVREBBE SPESO ALTRI SOLDI PER QUEL DELINQUENTE DI SUO FIGLIO E CHE AVREBBE DOVUTO FARE AVANTI IL BARBONE PER STRADA.
Cara sig.ra Ilaria Cucchi, non dimentichi CHE FU LEI A NON FAR VEDERE I NIPOTI A STEFANO DA BEN 2 ANNI, CERTO PER PROTEGGERLI DA LUI, DAL SUO STATO DI TOSSICODIPENDENZA, da suo FRATELLO CHE FREQUENTAVA AMBIENTI LOSCHI ED FU SEMPRE LEI CHE NON LO VOLLE PIU’ NELLA SUA VITA ED ANCHE TUTTA LA SUA FAMIGLIA LO EMARGINÒ E ABBANDONÒ.
RIMASE COSÌ SOLO E PERDUTO COME UN CANE RANDAGIO.
Mi preme però osservare che dalla terribile morte di suo fratello Lei è riuscita comunque a costruirsi un personaggio mediatico, conseguendo anche un giusto rimborso di un milione di euro (somma che certo non la ripaga di quanto sofferto e perduto). Vorrei dirle che ha ottenuto una vittoria insperata, incredibilmente grande e giusta e grazie a lei verranno perseguiti dei delinquenti che non meritavano di vestire la divisa che indossavano. La “pulizia” andava fatta (anche per i fiancheggiatori) ed era sacrosanta. Dispiace però un’unica cosa, ovvero che la stessa caparbietà che ha dimostrato nella ricerca dei colpevoli, non l’ha sfoderata quando c’era da aiutare Stefano; Lei se ne disinteressò ed ora invece, da candidata per il PD, ora suo fratello è diventato la persona più cara che avesse mai avuto al mondo! Un eroe!
Una perdita immensa! No Sig. ra Ilaria, Stefano non era un eroe, gli eroi son altri, era solo un ragazzo che meritava di essere compreso e aiutato, anche se si era perduto.
Forse sarebbe stato meglio dimostrarsi caparbia anche nei tragici momenti della dipendenza, quando era un ragazzo allo sbando e finì nelle mani dei suoi aguzzini, ovvero preoccuparsi di lui prima di tutto ciò, prima che tutto diventasse “troppo tardi”! Stefano aveva tanto bisogno della sua grande caparbietà!!!! Ma ormai è troppo tardi per tutti! Da questa vicenda ne usciamo sconfitti tutti quanti, tutta la nostra società, Lei compresa.
Da par mio spero di continuare a servire il mio paese nel miglior modo possibile: la morte di Stefano ha insegnato a me e ad altri tante cose, per non errare di nuovo in futuro. Spero che tale insegnamento abbia raggiunto anche Lei!
“FIRMATO: UN CARABINIERE QUALUNQUE (la lettera non è firmata e circola sul web, ma interpreta il comune sentire di milioni di cittadini)”
Cit Web

Una delle tante versioni della lettera che circola su Facebook. Questa è di lunedì 11 aprile

Questa lettera circola su internet da anni, e ciclicamente torna a farsi vedere sui social in versioni più o meno modificate, tanto che Open se n’era già occupato. Come avevamo già spiegato, tutto ha avuto inizio con un post su Facebook di Silvia Cirocchi, moglie di Gianni Alemanno, alcuni stralci del quale sono stati utilizzati nelle presunta lettera del «carabiniere senza infamia e senza lode» a Ilaria Cucchi. Nelle foto che seguono sono evidenziati due esempi di passaggi copiati tali e quali dal post di Cirocchi e riusati in quello di Occhi miei.

Nel tempo gli stralci del post di Cirocchi sono stati integrati da altri passaggi. In seguito alle numerose condivisioni, il testo è stato modificato significativamente, ma permangono elementi tratti da quello originale. Nella foto qui sotto si può vedere una versione intermedia che risale al 2018.

Oltre a non essere stata scritta da un carabiniere, la lettera contiene diverse falsità che sono state smentite dalla stessa Ilaria Cucchi in un commento al post di Cirocchi.

Il commento di Ilaria Cucchi al post di Silvia Cirocchi

Nel commento si legge:

Cara Silvia Cirocchi evidentemente tu parli senza nessuna cognizione di causa.
A. Nessuno ha voluto mai fare di mio fratello un eroe, tantomeno io che ho sempre sostenuto che non lo fosse.
B. Mia madre non ha mai detto la frase che citi ma le è attribuita da Mandolini, che ha testimoniato il falso nel primo processo ed è imputato nell’attuale.
C. I suoi nipoti, che conservano un bellissimo ricordo di lui, come è agli atti del processo e come è apparso in tutte le televisioni, li vedeva eccome ed ogni giorno, fino all’ultimo.
D. Mio fratello non può essere definito uno spacciatore perché non è mai stato processato e condannato per questo.
E. Mi dirai tutto questo in tribunale.
Visto che sei così convinta di ciò che dici mandami via Messenger il tuo indirizzo così posso fare a meno di querelarti e disturbare la polizia postale che ha di meglio da fare. Ti faccio la causa civile e devolverò per opere di bene il risarcimento che mi sarà da te dovuto.
Visto che hai studiato giurisprudenza sono convinta che sai di che cosa sto parlando.

Infine, nella lettera viene menzionata una candidatura di Ilaria Cucchi tra le fila del Pd, che non è mai esistita. Anzi, Cucchi nel 2013 si era candidata a deputata nelle liste di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.

Il volantino con Ilaria Cucchi candidata per Rivoluzione Civile

Conclusioni

È tornata alla ribalta la presunta lettera di un «carabiniere senza infamia e senza lode» che circola su internet da anni. Come Open aveva già dimostrato, è un collage di vari post cumulatisi negli anni e che si sono diffusi come catena di Sant’Antonio.

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