L’esercito ucraino usa il riconoscimento facciale sui cadaveri dei soldati russi e poi contatta le loro famiglie

L’esercito di Kiev sta utilizzando in molte operazioni Clearview AI, un software nato negli Stati Uniti

Uno scatto al cadavere ancora insanguinato. L’intelligenza artificiale che riconosce i parametri biometrici del volto. La ricerca di quelle stesse forme sui social network. E poi il match, grazie ai profili social su V Kontakte e Instagram. Uno dei fronti più attivi di questa guerra digitale è quello del riconoscimento facciale. Nelle ultime settimane l’esercito ucraino ha usato in più di un’occasione il software di Clearview AI, società con base a New York. Secondo il Washington Post dall’inizio della guerra i tecnici di Kiev hanno eseguito oltre 8.600 riconoscimenti facciali per soldati russi morti o catturati. Da qui gli attivisti informatici che lavorano per Kiev avrebbero trovato i profili social dei soldati e contattato le loro famiglie.


L’obiettivo non è solo quello di far sapere alle famiglie russe come sono morti i soldati ma anche sensibilizzare tutta la popolazione su quello che sta succedendo in Ucraina e scoraggiare l’arrivo di nuovi militari. Una guerra psicologica, anche se seguire questa strategia potrebbe non essere efficace, visto che c”è il rischio che venga vista solo come una violenza organizzata dall’esercito ucraino. Nei canali Telegram vicini ai media ucraini sono comparse in questi mesi tracce delle conversazioni avvenute tra le famiglie russe e i funzionari di Kiev che si occupano di intelligenza artificiale. I parenti delle vittime sono increduli davanti alle immagini dei cadaveri: «Perché state facendo questo? Volete che muoia? Già non sto vivendo».


I dubbi su Clearview Ai

Secondo i dati diffusi da Hoan Ton-That, amministratore delegato di Clearview Ai, al momento i funzionari di Kiev in grado di utilizzare il software sarebbero 340. L’azienda è molto attiva nella formazione di questi tecnici, grazie a un programma di call che li mette in contatto direttamente con i loro esperti. L’impegno in Ucraina di Clearview Ai può essere letto anche in chiave commerciale. L’azienda infatti potrebbe anche aver avviato un tentativo per farsi pubblicità attraverso la guerra, dimostrando quanto le sue tecnologie possono essere efficaci in contesti di emergenza.

Il software è già finito sotto la lente dei media statunitensi nell’aprile del 2020, quando il New York Times aveva pubblicato un articolo dal titolo Before Clearview Became a Police Tool, It Was a Secret Plaything of the Rich. Qui la giornalista Kashmir Hill aveva documentato l’uso del software da parte di privati facoltosi. Il miliardario John Catsimatidis, ad esempio, aveva utilizzato Clearview Ai per recuperare informazioni sul nuovo fidanzato di sua figlia.

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