Un presidente dell’Anpi non al di sopra di ogni sospetto: ecco cosa scriveva nel 2015 sull’Ucraina e Putin

Le parole di Gianfranco Pagliarulo sulla crisi in Ucraina tra il 2014 e il 2015, quando prese le difese della Russia e del suo presidente

Da qualche ora circola lo screenshot di un post Facebook nel quale vengono prese le difese di Vladimir Putin in chiave anti americana, definendo illegittimo il governo di Kiev in quanto «nato di fatto da un colpo di Stato foraggiato dagli Stati Uniti». La pubblicazione non è recente, risale al 14 gennaio 2015, ma a pubblicarlo è stato l’attuale Presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, rieletto lo scorso 12 aprile 2022. A scatenare questa sua reazione è stato un articolo pubblicato da Repubblica, a firma Andrea Tarquini, critico riguardo l’assenza di Putin alle celebrazioni di Auschwitz del 27 gennaio successivo. Pagliarulo si scaglia contro i giornalisti, mettendo in dubbio la loro professione e insinuando una propaganda «scritta sotto dettatura della Cia». L’ attuale presidente dell’Anpi contesta la definizione di «annessione illegale» del Donbass alla Russia, sebbene i referendum non siano stati riconosciuti da alcun organo internazionale terzo. Contesta, inoltre, che ci sia stata un’aggressione militare contro l’Ucraina e un appoggio ai «terroristi separatisti russofoni» – preferendo definirli «patrioti dell’Est» – da parte della Russia. Quest’ultima ha sempre negato, come nel caso dei paracadutisti russi arrestati dalle forze ucraine, affermando che i propri militari si sarebbero «persi» e dunque entrati in territorio ucraino «per errore».


Ecco il testo completo del post di Gianfranco Pagliarulo:


SPAZZATURA DI GUERRA
E con questo “articolo” (?) Repubblica si è superata: non è giornalismo; è propaganda di guerra. Vediamo. Ecco l’inizio: “Ormai da Vladimir Vladimirovic Putin ci si deve aspettare di tutto”. Non è la notizia. E’ l’opinione di chi scrive. Avanti: “Non è bastata l’aggressione militare contro l’Ucraina con l’annessione illegale della Crimea e le provocazioni militari, né l’appoggio aperto ai terroristi separatisti russofoni dell’Ucraina orientale, non sono bastate nemmeno le minacce aperte contro Polonia, paesi baltici e Nato in generale “che le mie armate potrebbero invadere in poche ore”. Dunque per il “giornalista” (?!) Andrea Tarquini c’è stata “un’aggressione militare” russa, una “annessione illegale”, un “appoggio aperto ai terroristi”, cioè i patrioti dell’Est, una minaccia aperta alle repubbliche baltiche e persino alla Nato!!!. Si tratta di una sequenza di giudizi senza uno straccio di prova, a cui si giustappone il totale silenzio sui massacri da parte del regime di Kiev, sulla sua illegittimità (è nato di fatto da un colpo di Stato foraggiato dagli Stati Uniti), sulle attività criminali delle bande armate naziste inviate ad assassinare le popolazioni dell’Est, sullo scempio di democrazia, libertà, diritti umani che sta avvenendo oramai da quasi un anno in quello sfortunatio Paese, sul riamo dell’occidente in chiave antirussa, sull’atteggiamento (e non solo l’atteggiamento) aggressivo della Nato. Insomma c’è il cattivo Putin (come sempre gli americani hanno diabolicamente dipinto il leader di un Paese prima di aggredirlo), e poi ci sono i buoni, fra cui la Nato. Ma chi si vuole prendere per i fondelli? Questa spazzatura non è giornalismo. E’ solo propaganda di guerra. Una propaganda che sembra scritta sotto dettatura della Cia.

Le prove della presenza russa in Ucraina

Il servizio di Simon Ostrovsky per dimostrare che i soldati russi operavano in territorio ucraino.

La presenza dei militari russi nel Donbass venne dimostrata soprattutto attraverso il giornalismo investigativo di nuova generazione come quello svolto dal team di Bellingcat. Putin negava che i militari del suo esercito si trovassero in terra ucraina durante la guerra del Donbass, ma a smentirlo sul campo è stato il giornalista Simon Ostrovsky attraverso le fotografie pubblicate sul social network russo Vk da parte dei soldati di Mosca. Simon si recò nei punti dove vennero scattate, fotografandosi a sua volta imitando i russi, al fine di dimostrare che questi si trovavano effettivamente a Debal’ceve, in Ucraina.

Pagliarulo: «Il governo nazista di Kiev»

Non è l’unico. Il 22 agosto 2014, condividendo un comunicato del sito Russia.it, Pagliarulo sostiene che fosse l’Ucraina, definendo quello di Kiev un «governo nazista», a cercare un conflitto con la Russia: «Da leggere. E’ evidente che che il governo ucraino, che andrebbe processato per crimini contro l’umanità, non vuole fare arrivare gli aiuti alle popolazioni che sta bombardando. E’ altrettanto evidente che cerca ogni pretesto per aprire un conflitto armato con la Russia. E’ infine ancora più evidente che gli Stati Uniti, con l’accordo più o meno sofferto dell’UE, sono i burattinai del governo nazista di Kiev».

Il post sul volo malese

Il 9 settembre 2014, Pagliarulo condivide un articolo di Repubblica sul rapporto del volo MH17 abbattuto in terra ucraina il 17 luglio 2014. Per l’attuale presidente dell’Anpi, la colpa doveva essere di Kiev:

Grottesco e reticente il rapporto dell’Ufficio di Sicurezza olandese sull’abbattimento del Boing malese. La prima conclusione è che è stato abbattuto. Grande scoperta! La seconda conclusione è che, guardando le foto che si conoscono da mesi e che io ho pubblicato su Facebook molto tempo fa e che dimostrano incontrovertibilmente che l’aereo è stato mitragliato da centinaia di proiettili (la grande parte dei fori è tondeggiante, più piccoli e piegati all’interno quelli di entrata, più grandi e piegati all’esterno quelli di uscita), è che forse è stato colpito da un missile! Gli olandesi cercano malamente di accreditare la tesi di Kiev. E’ invece ovvio pensare che sia stato abbattuto da uno o più aerei. Caso vuole che due aerei di Kiev fossero nei pressi del Boing; con tutta probabilità prima lo hanno costretto a cambiare rotta e poi lo hanno abbattuto mitragliandolo. Ma non si può dire, perchè questa malandata Europa, disgraziatamente a rimorchio degli USA, sostiene proprio il governo di Kiev. Sarebbe bene sapere cosa ne pensa il governo della Malaysia.

Un’indagine congiunta venne affidata a un Joint Investigation Team (Jit), composto da esperti provenienti da Australia, Belgio, Malaysia, Olanda e Ucraina, arrivando a una conclusione: il missile che ha abbattuto il volo MH17 della Malaysia Airlines è di origine russa. Il mezzo che lo aveva lanciato era stato portato in un campo vicino alla città di Pervomaisk, all’epoca controllata dai separatisti, e riportato in Russia dopo il lancio. A supporto dell’indagine ci furono anche le immagini satellitari fornite dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

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