Crisi del grano, l’Ue attacca Mosca: «Rubano il frumento ucraino». Arrivato in Lituania il primo treno per aggirare il blocco dei porti

Immagini satellitari della Cnn mostrano navi attraccate di fianco ad alcuni silos di grano, da cui riversavano il materiale nelle stive. Il ministro Kuleba: «Non comprate il nostro grano rubato dai russi»

Oggi, 24 maggio, è arrivato in Lituania il primo treno con un carico di grano ucraino, che verrà poi esportato tramite i porti del Paese Baltico. Si tratta di una consegna di prova, che ha lo scopo di valutare l’efficacia di rotte alternative all’utilizzo dei porti ucraini, bloccati dall’invasione russa. La rotta scelta, che consente di aggirare la Bielorussia, attraversa la Polonia e si ferma alla stazione di Sheshtokai, poco dopo il confine, per poi proseguire verso il porto di Klaipeda. Secondo la nota delle ferrovie di stato lituane, che hanno comunicato la consegna, nel corso della settimana arriveranno altri due treni con grano, mais e olio di girasole. «Ci aspettiamo di potenziare il sistema fino a ricevere dall’Ucraina un treno al giorno, ciascuno con un massimo di 1.500 tonnellate di grano e altri prodotti agricoli», ha affermato il portavoce della compagnia ferroviaria, Mantas Dubauskas.


La notizia arriva nel mezzo di una giornata che ha visto il tema del grano diventare centrale nel dibattito sul conflitto, anche a causa del rischio sempre più probabile di una crisi alimentare: un punto di svolta è stato segnato dalla Cnn, che ha pubblicato una serie di nuove foto satellitari che confermano il saccheggio del grano ucraino da parte dei russi. Lo scoop ha provocato l’immediata reazione di Kiev: il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, commentando le immagini della Cnn e osservando che «i ladri russi rubano il grano ucraino, lo caricano sulle navi, passano dal Bosforo e cercano di venderlo all’estero», ha lanciato un invito rivolto «a tutti gli Stati a rimanere vigili e a rifiutare qualsiasi proposta di questo tipo: non comprate il grano rubato, non diventate complici dei crimini russi».


La reazione dell’Ue

La reazione dell’Unione europea non si è fatta attendere. «Putin sta usando il tema alimentare come un’arma, l’impatto si sente non solo sull’Ucraina ma anche in Africa e Asia: non abbiamo dubbi che le truppe russe rubano il grano ucraino o distruggono le scorte, ci sono varie prove. Non possiamo dire cosa possiamo e vogliamo fare per contrastare la situazione perché è in corso una guerra, ma sono in corso discussioni su come intervenire una volta che le navi hanno lasciato i porti», ha riferito un portavoce della Commissione Ue. A sua volta, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intervenendo dal World Economic Forum di Davos, ha dichiarato: «La Russia usa fame e grano per esercitare il potere. Ancora una volta, la nostra risposta è e deve essere quella di mobilitare una maggiore collaborazione a livello europeo e a livello globale». La presidente ha poi precisato che «l’Europa sta lavorando duramente per portare grano sui mercati globali» e per far ciò sta «aprendo corsie di solidarietà, che collegano i confini dell’Ucraina ai nostri porti e finanziando diverse modalità di trasporto».

Le tensioni italiane

Anche il leader del Partito Democratico, Enrico Letta, ha chiesto che si agisca al più presto per sbloccare la situazione. Intervistato a «Oggi è un altro giorno» su Rai1, il segretario del Pd ha definito la questione del grano ucraino una priorità assoluta, da risolvere con «un’iniziativa umanitaria e militare». «In questa fase, se dovessi dire qual è una vera priorità, oltre a continuare lo sforzo diplomatico per la pace, direi che è mettere in piedi un’operazione militare e umanitaria per trasferire il grano bloccato nel porto di Odessa. Vorrebbe dire portarlo a quei Paesi del sud del mondo che senza quel grano avranno milioni di persone che muoiono di fame e permettere che ulteriore grano vada nei depositi del porto», ha detto.

Le immagini satellitari della Cnn

Le immagini di Maxar Technologies scattate il 19 e il 21 maggio sul porto di Sebastopoli mostrano le navi Matros Pozynich e Matros Koshka attraccate di fianco ad alcuni silos di grano, da cui riversavano il materiale nelle stive. Secondo il sito di tracciamento navale MarineTraffic.com entrambe le navi hanno nel frattempo lasciato il porto. La Matros Pozynich sta navigando nel Mar Egeo, sostenendo di essere diretta a Beirut. Mentre la Matros Koshka si trova ancora nel Mar Nero e non è possibile ad ora valutare dove sia diretta.

Il grano della Crimea, di Cherson e Zaporizhzhia

La Cnn ha specificato che è difficile sapere con certezza se la nave sia stata caricata con grano rubato. Ma la Crimea annessa alla Russia ne produce poco mentre le regioni ucraine di Cherson e Zaporizhzhia sono ricche di colture, soprattutto a nord. Funzionari ucraini e fonti industriali hanno riferito alla Cnn che le forze russe nelle aree occupate hanno svuotato diversi silos e trasportato il grano a sud. Già nei giorni scorsi il ministro degli Esteri ucraino Kuleba aveva chiesto di aprire rotte per il trasporto del grano. E aveva denunciato il blocco, da parte di Mosca, dei porti ucraini, via principale per l’esportazione di cibo dal Paese. Kuleba aveva chiesto al Cremlino la fine del blocco e il ritorno a un export «libero e completo».

Prima della guerra le forniture di grano dalla Russia e dall’Ucraina rappresentavano quasi il 30% del commercio mondiale. Kiev è il quarto esportatore mondiale di mais e il quinto di grano. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che aiuta a combattere l’insicurezza alimentare globale, acquista circa la metà del suo grano dall’Ucraina ogni anno. E ha avvertito delle terribili conseguenze se i porti ucraini non verranno aperti.

400 mila tonnellate di grano rubate

Le navi hanno una capacità di 30 mila tonnellate e all’inizio di questo mese il ministero della Difesa ucraino ha stimato che circa 400 mila tonnellate sono state rubate e portate fuori dall’Ucraina dall’invasione russa. Mykola Solsky, ministro ucraino per la politica agraria e l’alimentazione, ha affermato che il grano ucraino viene sistematicamente «inviato in modo organizzato in direzione della Crimea. Si tratta di un grande affare controllato da persone di altissimo livello». La Comunità dei Capi Economisti del World Economic Forum prevede un aumento dei prezzi del grano di oltre il 40% quest’anno. Inoltre, con i prezzi degli oli vegetali, dei cereali e della carne che raggiungeranno «livelli mai così alti», la guerra in Ucraina «metterà a dura prova la fame nel mondo. Si prevede una crisi legata al costo della vita», si legge in una nota.

La reazione di Mosca

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha respinto le accuse, sostenendo che non la Russia, ma chi ha imposto le sanzioni contro Mosca è responsabile della minaccia di fame nel mondo. «Non siamo noi le fonti dei problemi che causano la minaccia della fame, ma quelli che hanno imposto le sanzioni contro la Federazione russa e le sanzioni stesse», ha sostenuto. Peskov ha rivendicato che «la parte russa è sempre stata un esportatore di grano affidabile, la parte russa non sta impedendo all’Ucraina di trasportare il grano con il treno. Quando i treni con le armi arrivano dalla Polonia – ha denunciato il portavoce del Cremlino – nessuno impedisce loro di riportare indietro il grano usando gli stessi treni».

Foto copertina: Maxar Technologies via Cnn

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